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giovedì 17 novembre 2016

Debito fuori bilancio “Il Mosaico”. La città ha diritto di sapere.



Per amministrare un paese come Montegranaro, piccolo ma complesso, è necessaria la massima chiarezza, la trasparenza tanto sbandierata in campagna elettorale che ha poi lasciato subito il posto a una grande opacità, a decisioni forzate, a scelte prive di motivazioni oggettive, il tutto sempre motu proprio, senza coinvolgimento delle altre forze politiche né, tantomeno, dei cittadini.
La questione del debito fuori bilancio non è per niente chiara e leggere l’ex Vicesindaco e Assessore al Bilancio, Luigi Berdini, parlare di “operazioni molto torbide”, sbilanciandosi in maniera decisa, dà il netto senso della questione. A quanto pare la Cooperativa che gestisce l’asilo nido, che subentrò alla gestione diretta del Comune in epoca Basso (e pare che la cosa piacesse molto all’area ubaldiana allora al governo) vanta un credito nei confronti del Comune di circa 60.000 Euro. Ci sono, secondo Berdini, validi motivi per non pagare, da questioni formali a questioni pratiche ancora non chiarite, ma sembra che la Giunta Mancini abbia una gran fretta di chiudere il contenzioso e pagare, chissà perché.
Le accuse di Berdini sono piuttosto pesanti e non sono soltanto politiche. Si parla di comportamenti anomali, di cifre pagate in più fuori convenzione per l’assunzione di nuovo personale subito dopo aver fatto spostare le dipendenti comunali rimaste in loco (che avevano anche funzione di controllo da parte del Comune stesso) perché ritenute non necessarie. Soprattutto si parla di pagamenti richiesti ma non dovuti.
Io non conosco i dettagli e non posso certo giudicare sulla base delle reciproche accuse (ricordiamo che la prima ad accendere la miccia è stata proprio la Sindaca qualche giorno fa, accusando la passata amministrazione di superficialità, alla faccia della richiesta più volte reiterata di distendere il clima). Ma non ci vedo chiaro e vorrei vedere finalmente quella famosa trasparenza, anche perché parliamo di soldi pubblici, denaro nostro. Allora il Sindaco rinfoderi la rivoltella e, con la calma che dovrebbe contraddistinguere chi sta nel giusto e rappresenta gli interessi di tutta la città, spieghi come stanno le cose, nel dettaglio. E prima di pagare ci si pensi bene.

Luca Craia

martedì 15 dicembre 2015

Chi comanda a Roma fa quello che fa nei piccoli paesini



Perché vi meravigliate se la Boschi salva il padre, se Renzi salva il suo, se questo o quel politico cura gli interessi di famiglia o degli amici? Che c’è di male? Non funziona così dappertutto? Tu hai il potere e hai la possibilità di favorire tuo cugino o il tuo amico o anche quello che ti dà il voto e quello dei suoi amici e tu che fai? Non lo aiuti? Che male ci sarebbe?
Si fa così, ovunque, nei piccoli paesini e nei grandi centri, a livelli locali e nazionali. È tutto in scala ma è così. Ed è normale, per tutti. Perché siamo tutti scandalizzati nel vedere al telegiornale o su Facebook che la ministra salva la banca X o che il presidente del consiglio fa questo o quel provvedimento per favorire Y, ma poi, quando vediamo che nelle nostre realtà il favorito è un nostro amico, o magari siamo proprio noi, allora non ci sono più morali che tengano, non ci sono più rivoluzioni da fare.
Quanti non hanno mai chiesto o non chiederebbero mai una raccomandazione per sé o per un familiare? Quanti non andrebbero a chiedere a un amico amministratore di chiudere un occhio su qualche irregolarità? E quanti, magari sapendo che un amico lo ha fatto, si indignerebbero? Siate onesti, almeno con voi stessi. Io penso pochi. E se magari qualcuno si scandalizza per qualche appalto poco chiaro o per qualche manifesto favoritismo, quello è un matto che rompe le scatole. Anche per la nuova politica che, in queste cose, alla fine è come la vecchia, forse peggio. E ditemi voi come ci salviamo.

Luca Craia

lunedì 23 febbraio 2015

La trasparenza intermittente



Singolare l’atteggiamento circa il rapporto che le istituzioni, nella fattispecie il Comune, dovrebbe tenere con il cittadino secondo l’amministrazione Mancini. Contrariamente a quanto affermato e dichiarato in maniera chiara e convincente in campagna elettorale circa la trasparenza e la partecipazione, l’amministrazione di centrosinistradestra sembra comportarsi in maniera quasi opposta evitando con estrema cura che il cittadino possa davvero contribuire in qualche modo all’opera di amministrazione. Prova ne è che, ad oggi, nulla si è fatto per l’istituzione di organismi di partecipazione popolare come, ad esempio, le consulte di quartiere. Prova ne è che, ad oggi, momenti di incontro veri e propri con i cittadini, fatta eccezione per quelli organizzati ad hoc in roccaforti politiche certificate, non ce ne sono stati. Prova regina ne è che, alla proposta del Movimento 5 Stelle di istituire una commissione pubblica per fare chiarezza sui debiti fuori bilancio (di cui, a quanto pare, l’amministrazione comunale soffre particolarmente tanto da uscire sulla stampa un giorno sì e l’altro pure per lamentarsene dando con ciò giustificazione alla scarsa operatività fin qui registrata), la maggioranza ha prima convinto il rappresentante in Consiglio Comunale dei pentastellati Giovanni Marilungo a ritirare la mozione con la promessa di ripresentarne una unitaria e condivisa, e poi ha formulato una proposta sostanzialmente chiusa nell’ambito del Consiglio Comunale stesso istituendo una Commissione Consigliare a cui i cittadini non possono partecipare.
Forse è una questione di mentalità: il vicesindaco Ubaldi va scrivendo a destra e a manca (più a destra che a manca, in verità) su Facebook e ovunque può la sua filosofia che sostanzialmente dice che il cittadino, se vuole partecipare attivamente alla scena politica, deve candidarsi e farsi eleggere. Chi non si candida o lo fa ma non viene eletto per cinque anni deve osservare un religioso e rigoroso silenzio lasciano carta bianca a chi vince le elezioni ed eventualmente a chi fa opposizione. In questa concezione, si vede bene, la partecipazione popolare non ha spazio alcuno.
Lo stesso assessore ai lavori pubblici nonché vicepresidente della Provincia di Fermo, Aronne Perugini, qualche giorno fa, dialogando con me e con altri, affermava che istituire una commissione aperta sarebbe stato inutile perché “se già non vale niente una commissione consiliare figuriamoci che valore può avere una non consiliare”. Il valore alle cose lo si da per convenzione, per cui è evidente che nella concezione di questa parte politica non si da alcun valore alla partecipazione del cittadino alla vita pubblica. Non ci rimane che attendere le prossime elezioni ed eventualmente candidarci in massa. Ognuno vota per se stesso e vediamo che succede.

Luca Craia