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giovedì 11 febbraio 2016

La diversificazione dei morti ammazzati



A me dà molto fastidio, anzi, mi fa arrabbiare. Ogni anno tocca assistere a questa tristissima gara a quale morto sia più morto e a quale carnefice sia più carnefice. È più cattivo il nazistone o il comnunistaccio di Tito? Sono morti peggio gli Ebrei nei forni o gli Istriani nelle foibe? Tutto ciò mi manda davvero in bestia perché, vedete, secondo me è proprio per queste mentalità che tutta quella gente innocente è morta. È questa costante contrapposizione tra uomini che porta a queste mostruosità, questa necessità di schierarsi gli uni contro gli altri anche quando si dice la stessa cosa. Perché il punto è questo: se ci fa orrore il campo di sterminio ci deve per forza fare orrore la foiba. E viceversa.
Giocano su questo, i potenti. La divisione tra gente pensante è una cosa su cui lavorano da sempre, è quella che fa prendere loro maggior potere, è il fulcro tramite il quale riescono a spostare il mondo a favore dei loro interessi. Così ci fanno dividere tra juventini e milanisti, tra terroni e padani, tra comunisti e fascisti, tra pro unioni omosessulali e contro. E anche quando parliamo di concetti universali, di valori che non dovrebbero essere più messi in discussione come la vita stessa e il diritto di viverla, riescono a spaccarci.
Lo dico da sempre: contesto l’esistenza di due celebrazioni distinte. È per questo che, per me, il Giorno della Memoria racchiude la celebrazione e il ricordo di tutte le vittime della violenza politica e dei totalitarismi. Continuare a celebrare separatamente vittime della stessa disumanità, anche quando rivestita di involucri differenti, contribuisce a creare i presupposti perché quella disumanità sia potenzialmente rinnovabile nella storia futura. Ricordiamo le vittime tutte insieme: sono vittime della stessa cattiveria, dello stesso orrore, che si chiami comunista, fascista, nazista, o in mille altri modi diversi. Il genocidio, la violenza politica, la sopraffazione del potente sul più debole con ogni forma di violenza deve essere condannata con la stessa forza dagli uomini di buona volontà. Altrimenti siamo noi stessi complici di quella violenza.

Luca Craia

lunedì 27 aprile 2015

Ubaldi festeggia la Resistenza e bacchetta i colleghi di Sel e l'opposizione



Sulla pagina Facebook dell’Ape il vicesindaco di Montegranaro, Endrio Ubaldi, lascia un commento, riguardo la festa per la Liberazione celebrata in piazza lo scorso 25 aprile, piuttosto condivisibile e soprattutto, rilevante dal punto di vista della politica locale. Infatti Ubaldi dichiara cose che contrastano con il pensiero al quale ha sempre fatto riferimento (ricordiamo che le sue radici storico-culturali guardano a Predappio come i Musulmani guardano a La Mecca) e, soprattutto, si distacca dalle idee di molti suoi fedelissimi che puntano su un revisionismo radicale della storia del ventennio fascista e della guerra mondiale ultima. Sarebbe interessante sapere cosa pensa l’elettorato di Ubaldi di questa sua posizione più spostata a sinistra. Inoltre, il vicesindaco, approfitta dello spazio de L’Ape Ronza per bacchettare i suoi colleghi di maggioranza di SEL rei di essere stati assenti alla manifestazione. Un’assenza sulla quale, comunque, bisognerebbe riflettere. Ecco le parole di Ubaldi:

A 70 anni di distanza è ora parlare di pacificazione nazionale. Se Gianpaolo Pansa per decenni a Repubblica ed al Corriere della Sera sicuramente non fascista e considerato per oltre 50 anni omo di sinistra, parla del sangue dei vinti e delle ragioni dei vinti, documentando tutto alla lettera, così come fece il presidente della Camera Violante nel 96, forse sarà ora di pensare ai problemi di oggi e non guardare il mondo con gli occhi e le idee della Boldrini, che fa la Presidente della Camera per grazia ricevuta, e che non perde occasione per fare la maestrina e la prima della classe, scontentando proprio tutti a destra ed a sinistra. Il mio Sindaco ha fatto un grandissimo discorso, sono stato il primo a ringraziarla ed a stringergli la mano, per le bellissime parole e la riflessione molto profonda. Mi è sembrato molto strano che non hai evidenziato la totale assenza degli amici e compagni di SEL così come quella di tutti i consiglieri d'opposizione. Solo per dovere di cronaca ti voglio ricordare, che il primo assessore alla cultura ad organizzare la manifestazione del 2 giugno per la festa della repubblica a Montegranaro, fu il sottoscritto, che propose la lettura dei discorsi parlamentari del nostro concittadino Giovanni Conti, che riproporremo anche quest'anno. Ad ogni modo, io festeggio anche la giornata del ricordo il 10 febbraio, spero che anche tu ti voglia unire per il ricordo delle foibe e degli esuli fiumano-dalmati.
Quando si rappresenta le istituzioni bisogna essere al di sopra delle parti e Ti assicuro, che molti dei rappresentanti delle forze combattentistiche e del volontariato presenti, hanno un'idea della storia uguale a quella del sottoscritto, ma hanno partecipato per commemorare una pagina di storia nazionale. Ad ogni modo se non venivano gli americani a liberarci, non penso che sarebbero stati sufficienti i partigiani di parte rossa ed anche bianca per liberare la nostra nazione. Forse, magari, saremmo finiti in mani Titine ed oggi l'Italia come l'ex Jugoslavia, magari sarebbe stata spezzettata. Come vedi la storia può anche prestarsi a diverse letture, l'importante è rispettare i diversi punti di vista.

Chiudo chiedendo a eventuali commentatori di mantenere educazione e rispetto. Purtroppo non sempre questo accade quando a commentare sono i paladini del vicesindaco, molto spetto più inclini all’insulto che alla discussione civile. Commenti irrispettosi (nei miei confronti come nei confronti di chiunque altro) e non firmati non verranno pubblicati.

Luca Craia