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giovedì 7 maggio 2015

Solidarietà alle associazioni dissidenti. Ma non accusiamo solo Nuciari.



Non che ci sia bisogno della mia solidarietà, ma la voglio esprimere lo stesso. La questione mi interessa anche se non mi tocca direttamente in quanto la mia associazione, Arkeo, non ha mai partecipato alla parte culinaria di Veregra Street e mai, credo, vi parteciperà sia per scelta che per obbligo statutario. In effetti, comunque, sono stato il primo a sollevare la questione Veregra Street e ho avuto modo di dichiarare cosa penso della vicenda per cui è ovvio che io sia d’accordo con la scelta delle associazioni “dissidenti”, Il Labirinto e Città Vecchia. Una scelta coraggiosa la loro, primo perché, a quanto pare, sono state lasciate sole a combattere una battaglia di giustizia e coerenza da altri sodalizi che, invece, hanno preferito (se vogliamo, legittimamente) puntare ad autofinanziarsi, sia perché, appunto, con la scelta di non prestarsi al giochino del Comune, hanno di fatto rinunciato a una bella fetta di soldi che sarebbero stati sicuramente utili alle attività sociali. Hanno preferito essere coerenti, hanno scelto il principio piuttosto che il soldo e questo fa onore a Simone Perticarini e Andrea Franceschetti.
Mi sento, però, di fare un distinguo riguardo alle dichiarazioni dei due colleghi presidenti che puntano il dito contro il direttore del festival, Nuciari. Le scelte di Nuciari, per quanto opinabili, sono le scelte di un tecnico che ha una visione, appunto, tecnica di Veregra Street. Nuciari ha, evidentemente, un disegno, un progetto del Festival che non vede come fondamentale l’apporto delle associazioni. Questa visione può trovare o non trovare riscontro politico nell’amministrazione che, alla fine, decide. La decisione, quindi, anche se spinta dalle indicazioni tecniche del direttore, è politica. Da qui la responsabilità che non può gravare solo su Nuciari ma che, prima di tutto, pesa sulle spalle del Sindaco, dell’assessore al centro storico e della giunta tutta, visto che la delega alla cultura non è mai stata assegnata (con conseguenze nefaste). È vero che un funzionario comunale ha grandi poteri decisionali, ma tutto diventa scelta politica e il politico che amministra se ne deve assumere la piena responsabilità. Per questo non assolvo Nuciari ma indico come colpevole primo l’Amministrazione Comunale che, ancora una volta, testimonia la volontà di distruggere e sgretolare il mondo associativo in un delirio di onnipotenza che sta causando danni indicibili a Montegranaro.

Luca Craia

mercoledì 1 ottobre 2014

Gli scricchiolii della maggioranza e la puzza di frizione bruciata.



Che non fosse una maggioranza coesa lo si sapeva fin da quando hanno presentato la lista che chiamammo, appunto, Stranamore perché metteva insieme culture politiche estremamente diverse. Fin dai primi giorni di governo, poi, mostrava difficoltà ad accontentare le varie anime che la componevano: ricordiamo i mal di pancia di SEL in fase di assegnazione delle nomine e la successiva presa di distanza, anche se senza creare spaccature ufficiali, del Presidente del Consiglio Antonelli. Poi le voci, che non sono mai mancate, di disaccordi intestini, particolarmente tra i due avvocati presenti in giunta, disaccordi mai palesati, in verità, pubblicamente ma che addetti ai lavori danno per certi. A questo aggiungiamo diversi dissapori, tra i quali possiamo annoverare anche una minaccia di querela via face book da parte dell’assessore Basso nei confronti di Antonelli sulla questione della diretta streaming. Infine si è giunti al Consiglio Comunale del 29 settembre.
Una seduta storica, come ho già scritto, per Montegranaro, dove si è assunta una decisione in qualche modo clamorosa. Questa decisione, al di là del merito, ha mostrato la reale compattezza dello schieramento. L’uscita dall’aula di tre consiglieri di maggioranza, che si sono rifiutati di votare e anche di motivare questa scelta, è un segnale a dir poco preoccupante. La spiegazione data in seguito del Consigliere De Luca su queste pagine, poi, ha rimarcato quali sono i reali rapporti di potere all’interno della maggioranza rendendo evidente come chi ha incarichi di giunta decida e chi non ne ha subisca le decisioni senza prendere parte alla discussione che, forse, neanche c’è. Il trattamento, poi, di lapidazione mediatica a cui stiamo assistendo su Facebook (luogo virtuale dove gran parte della politica moderna nostrana agisce in maniera reale) da parte di componenti o personaggi comunque riconducibili all’amministrazione comunale nei confronti dei tre dissidenti mostra come la spaccatura sia ben marcata e difficile da sanare. Del resto sappiamo bene che, nella cultura di certi personaggi, l’attacco personale, soprattutto a distanza, è largamente usato come arma politica.
Ma siamo abituati a tutto, in politica, per cui è possibilissimo che anche questa situazione complicata vada a risolversi e la maggioranza si ricompatti. Nel caso non fosse ricordiamo che i numeri rimarrebbero sufficienti per governare, anche contando l’appoggio esterno più volte offerto da Gianni Basso. Certo è che, comunque, con questo stato di cose per vedere davvero ripartire Montegranaro dovremmo sperare quasi in un miracolo. Per adesso si sente solo puzza di frizione bruciata.

Luca Craia