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giovedì 3 settembre 2015

Il Comune taglia le ore di sostegno ai ragazzi con difficoltà. Questione di priorità.



Sono in molti ad aver notato lo stridore tra le lacrime e i lamenti per le misere condizioni delle casse comunali e i soldi che si spendono per cose sostanzialmente non indispensabili, tra i tagli e i sacrifici che si richiedono ai cittadini e gli investimenti non urgenti. Così, alla notizia ancora ufficiosa (ma giunta da fonte più che attendibile) che saranno tagliate le ore di sostegno agli studenti disabili, un moto di mal di stomaco mi pare comprensibile.
Infatti pare proprio che questo avverrà con il prossimo anno scolastico. Sembra che i costi da sostenere per il sostegno ai ragazzi con difficoltà siano inspiegabilmente lievitati (attendiamo di leggere delibere e atti ufficiali ma si vocifera di un quasi raddoppio) che costringeranno il Comune ad un drastico taglio delle prestazioni. Questo è quanto mi riferisce, arrabbiato e sconsolato, il genitore di un bambino con  tipo di problemi seri di apprendimento, che ne è stato informato in via ufficiosa ma, dicevamo, attendibile. Se così fosse ci sarebbe da riflettere, e molto.
Ci sarebbe da riflettere sulle modalità con cui si portano avanti le trattative sui costi, ammesso che trattative ci siano state; sulla facilità con cui si accettano aumenti drastici che andranno a gravare sulle tasche del cittadino e sulla qualità del servizio. Ma c’è anche da riflettere sulle priorità delle scelte politiche. Quando si apprende che il Comune spende 35.000 per l’acquisto di un nuovo scuolabus e poi si sente che non ci sono soldi per aiutare i ragazzi in difficoltà, credo sia legittimo pensare che si è comprato qualcosa che non ci si poteva permettere, che la priorità dovrebbero essere i ragazzini e, se ci avanzano soldi, compriamo l’autobus. Altrimenti ripariamo il vecchio. Quando vediamo che si spendono soldi per iniziative sterili, che non portano nulla alla collettività (turismo fantasma, feste fantasma, mercatini fantasma) e poi si tagliano servizi essenziali, penso sia legittimo ritenere che non ci siano priorità o che quelle che ci sono non concordino con le reali esigenze della cittadinanza. E fortuna che governa la sinistra.

Luca Craia

martedì 18 novembre 2014

La convenzione con la CGIL fa discutere e Montegranaro diventa Canosa.



Estremamente interessante, sotto molti aspetti, la discussione scaturita nella giornata di ieri sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro circa la convenzione tra lo stesso Comune e il Caf CGIL per la fornitura gratuita ai cittadini di servizi sociali per conto del Comune di Montegranaro. In realtà è da tempo che la questione è sul tavolo ma ieri abbiamo potuto leggere la delibera e ne è scaturito un vivace dibattito tra me, Endrio Pavoni del Movimento 5 Stelle ed Ennio Reschini di Guardiamo Avanti, dibattito a cui si è aggiunto stamattina il candidato sindaco del Movimento Guardiamo Avanti, Giovanni Mariani.
Il Comune ha pensato di fornire tramite il Caf CGIL alcuni servizi sociali finora gestiti direttamente dagli uffici comunali. Per farlo ha stipulato un’apposita convenzione col patronato del Sindacato che storicamente fa riferimento al PD a seguito di un bando pubblicato sull’Albo Pretorio e sul sito istituzionale dell’ente. Nulla da eccepire da un punto di vista legale e procedurale se non il fatto che, a quanto dichiarato da Reschini e, in seguito, dallo stesso Mariani, che è direttore provinciale dell’Epas, altro sindacato che ha uno sportello caf proprio a Montegranaro, lo stesso servizio era stato proposto più volte al Comune dall’Epas stessa per mano di Mariani con la differenza che la proposta in questione non era onerosa per il Comune, mentre l’accordo con la CGIL prevede un costo per singola pratica di € 2.50.
La domanda che ho posto e alla quale non ho avuto risposta è questa: è vero quanto afferma Reschini e, in seguito, Mariani, ossia che c’è stata questa proposta non onerosa per il Comune che non è stata presa in considerazione? La risposta, come dicevo, non c’è stata ma è singolare che, dalla pagina del Comune, si possa leggere la convenzione stipulata per i servizi bonus gas ed energia nella quale si trova un refuso ricorrente, ossia che il Comune stipulante era quello di Canosa di Puglia e non di Montegranaro. Curioso quanto afferma Mariani e cioè che si tratta della copia di un accordo redatto proprio dal comune di Canosa di Puglia e il locale patronato Epas.
Altra domanda senza risposta: quanti Caf ci sono a Montegranaro? Siamo sicuri che siano stati informati opportunamente del bando? Mariani dice che il suo non è stato in alcun modo informato. Perché, vedete, la questione in realtà è questa: al di là della legalità dell’iter che sembra inoppugnabile, resta la valutazione sul modus operandi politico. Non mi sembra che ci siano migliaia di sindacati che operano come caf o patronato a Montegranaro: sono pochini, si contano su una mano o poco più. Non sarebbe stato giusto e opportuno avvisarli tutti direttamente rendendo pubblico il bando e ottenendo un beneficio per il Comune e la collettività nell’abbattimento dei costi (che sarebbero potuti anche arrivare a 0, a quanto pare)? Invece, con la sola pubblicazione sull’Albo Pretorio e sul sito, dove certo ognuno può leggere ma non tutti vanno a leggere assiduamente, si è ottenuto che l’unico partecipante al bando sia stato proprio il Caf della CGIL. Strano? Un po’…

Luca Craia