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venerdì 4 marzo 2016

Il ricorso sui rifiuti. La politica del fare (errori)



La saggezza popolare dice che chi non fa non sbaglia e che, quindi, quando si opera si possono commettere degli errori. Il problema è che quando si sbaglia quasi tutto pur facendo quasi niente c’è evidentemente qualcosa che non va. La faccenda dell’appalto dei rifiuti è stata nebulosa fin dall’inizio: ritardi lunghissimi per l’apertura delle buste, sospetti e voci di corridoio su presunti errori nel bando, reticenze nel rispondere alle richieste di accesso agli atti, trasmissioni di documenti ufficiali tramite Whatsapp. Ora arriva il ricorso di una delle ditte che hanno partecipato e non vinto. Quando le cose nascono male…
Non voglio sospettare la malafede, anche se sarebbe legittimo, vista la sequenza infinita di comportamenti difficili da spiegare, ma che ci sia stata superficialità e un modus operandi poco limpido sta sotto gli occhi di tutti. Ora si aprono scenari in cui tutto è possibile, dalla rapida soluzione del ricorso con un nulla di fatto al blocco dell’assegnazione dell’appalto. L’ipotesi peggiore sarebbe apocalittica per Montegranaro è forse sarebbe bene iniziare a pensare a come cavarsela nel caso si verifichi.
Rimane una forte perplessità sulla gestione di tutta la faccenda. È curioso, infatti, che proprio lo schieramento che aveva fatto della trasparenza il suo motto in campagna elettorale ora si trovi in questi pasticci proprio per la mancanza di trasparenza. A che pro, poi, se prendiamo per assunto che non ci sia stata malafede, non si capisce. Sempre che non ci sia stata malafede.

Luca Craia

venerdì 6 novembre 2015

E don Abbondio rallentò il passo davanti ai bravi



Boh… gioire perché la definizione legale di una questione fondamentale come quella del caso “Project”, ossia il parcheggio antistante la chiesa di Santa Maria, viene rimandata di anni mi pare una roba che non si spiega. La faccenda va definita, se c’è da pagare bisogna trovare una soluzione, se non bisogna pagare è bene saperlo subito piuttosto che vivere con una spada di Damocle in testa per altri due anni almeno, due anni in cui bisognerà essere comunque molto oculati nelle spese perché, nel caso ci fosse una condanna, servirebbero un bel po’ di quattrini. Eppure la giunta Mancini esulta per questa che sembrano ritenere una specie di vittoria, come un don Abbondio al contrario che, invece di accelerare il passo davanti ai bravi per togliersi in fretta il pensiero, lo rallenta, tergiversa, magari si fuma una sigaretta. Chissà perché.
Forse perché, come la scuola dell’antica politica insegna, i problemi vanno sempre rimandati ed eventualmente lasciati a chi vincerà le prossime elezioni. E qui quasi ci siamo, tra due anni si aprirà il dibattimento, chissà quanto durerà, se tutto va bene si arriverà a sentenza con la consiliatura prossima. Se poi avranno vinto di nuovo loro si porranno il problema quando ci sarà, magari trovando qualche sistema per procrastinarlo ulteriormente. E così via, nei secoli dei secoli amen.
Io credo che sarebbe stato molto più salutare per Montegranaro giungere a una definizione veloce della questione che, tra l’altro, è andata in appello per il ricorso fatto dal commissario Ianieri, come ricorda giustamente Marisa Colibazzi sul Carlino. Ma questo implicherebbe anche rinunciare a due anni di dietrologia, di ricerca del colpevole, di accuse, di opposizione all’opposizione. E questo fa molto comodo, quando si è a corto di altri argomenti.
Per cui che facciano pure saltare i tappi dello spumante in piazza Mazzini ma sappiamo tutti che, tra due anni, il problema sarà ancora lì ad attenderci. Due anni di respiro, dice il Sindaco, ma quanto si respira male. C’è un’ariaccia….

Luca Craia

giovedì 24 aprile 2014

Ianieri ha sbagliato a chiudere la Montegranaro Servizi? Ad alcuni pare di sì.



In questa campagna elettorale stiamo vedendo cose che voi umani eccetera eccetera: colpi bassi, attacchi personali, insulti, velate minacce denotano, oltre che un clima teso e avvelenato, anche e soprattutto pochezza di idee e di progetti, una pochezza che porta lo scontro su un piano quasi fisico e che non promette nulla di buono per il futuro.
La stampa, in questa situazione, sta facendo un ottimo lavoro per cercare di rimanere neutrale e non favorire questo o quel candidato. Non tutta però: mi riferisco all’articolo apparso sul notiziario online “La Provincia di Fermo” riguardante un ricorso presentato dall’amministratore della Montegranaro Servizi contro la decisione del Commissario Ianieri di chiudere la società (di cui il Comune è proprietario al 100%) perche è la stessa risulta, oserei dire oggettivamente, antieconomica. Non scendo nel merito della decisione del dottor Ianieri anche se la stessa è stata bene accolta dalla maggioranza delle forze politiche cittadine mentre quelle che hanno governato fino a ieri si sono limitate a non commentare la disposizione del Vice Prefetto e Commissario per Montegranaro.
L’articolo in questione, invece, già dal titolo sembra godere del fatto che anche il Commissario subisca ricorsi (così come le amministrazioni Gismondi e Basso ne hanno subiti di innumerevoli, e così come sono innumerevoli ormai le sentenze contrarie in cui il Comune è stato costretto a soccombere). L’articolo, non firmato, sembra compiacersi del ricorso e, in qualche maniera, vuole sottolineare che anche il Commissario sbaglia e che forse aveva ragione l’ex sindaco a voler mantenere in piedi una società la cui utilità rimane, comunque, tutta da dimostrare mentre la cui onerosità pare evidente. La testata giornalistica online non è nuova a dimostrarsi molto amichevole con l’ex sindaco montegranarese, e in questa campagna elettorale sembra quasi diventare un organo di informazione ufficiale e di parte piuttosto che un notiziario imparziale. Sono scelte editoriali. E sono segni di come vanno le cose a Montegranaro.

Luca Craia

venerdì 31 gennaio 2014

Il nuovo debito del Comune. La situazione. Le responsabilità. Le conseguenze.

Ciò che lascia sconcertati di tutta questa brutta storia della sentenza contro il Comune di Montegranaro, che lo obbliga a pagare alla controparte la ragguardevole cifra di € 1.100.284, è la modalità con la quale si è arrivati a tutto questo. Infatti, partendo dall’inizio, il Comune ha iniziato una pratica di esproprio con procedura d’urgenza per realizzare sui terreni espropriati le vie di accesso alla nuova chiesa di Santa Maria. Tali procedure, però, non sono state mai portate a termine né, tantomeno, è stato corrisposto ai proprietari dei terreni l’importo dovuto per il controvalore in denaro degli spazi utilizzati coattivamente. Ciò ha innescato nei privati coinvolti la richiesta di pagamento che si è evoluta nella causa civile contro il Comune per ottenere il giusto compenso, causa che, come ben sappiamo, il Comune ha perso. Vediamo, quindi, già da qui un’enorme negligenza da parte della pubblica amministrazione che avrebbe dovuto pagare il dovuto ai cittadini ai quali era stata sottratta la proprietà per motivi pubblici e che, a quanto pare, avrebbe pagato pochissimo anziché l’enorme cifra di oggi.
È sconcertante, poi, che nel 2011 sia giunta in Comune una proposta di transazione amichevole che richiedeva, per chiudere la pendenza, la bella cifra di € 300.000, bella cifra sì, ma quasi ¼ dell’attuale. La richiesta, regolarmente giunta negli uffici di piazza Mazzini direttamente dal Tribunale, non ha meritato nemmeno una risposta negativa.
Ora cosa accadrà? In Comune si sta valutando se fare ricorso in appello. Certamente non si farà appello nel merito della condanna, che sembra inoppugnabile. Si sta infatti valutando, con l’ausilio di esperti, la congruità della cifra imputata. Nel caso tale cifra risultasse incongrua si procederà al ricorso al fine di ottenerne la riduzione o di poter giungere a una nuova proposta di transazione amichevole, altrimenti non è intenzione del Commissario Ianieri di spendere altri soldi pubblici.
Si sta anche ragionando sugli scenari che si aprono dopo questa sentenza, partendo dal più svantaggioso. Si pensa a dilazioni e a finanziamenti per coprire l’uscita senza penalizzare troppo il bilancio attuale e quelli a venire.
Tutto l’incartamento verrà comunque inviato alla Corte dei Conti per le valutazioni del caso. È quindi pensabile che i responsabili di questo bruttissimo episodio, in cui s’è vista la negligenza del cattivo padre di famiglia anziché il contrario richiesto al pubblico amministratore, saranno chiamati a partecipare se non a coprire la somma che il Comune dovrà versare.
Quali siano questi responsabili non è difficile capirlo: Montegranaro è amministrato dalle stesse persona da quindici anni, le stesse persone che già stanno chiedendoci di dare loro il nostro voto.

Luca Craia