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mercoledì 13 luglio 2016

E a Fermo concerti a raffica per l’Italia



A Fermo non smontano il palco. Vi saranno tutti, cantanti e intellettuali del PD, presidenti di Provincia, Regione, Camera, Senato e Base Luna. Domani ci sarà un altro grande concerto in onore dei suicidi vittime della crisi, degli esodati che non si ammazzano perché sono troppo disperati anche per ammazzarsi. Un concerto per i padri di famiglia in cassa integrazione a zero ore, per i padri divorziati rimasti senza lavoro. Un concerto per il pensionato che deve fare la tac ma non se la può permettere e la mutua glie la fa fare dopo che è morto. Un concerto per i giovani maturati la scorsa settimana che davanti hanno uno splendido futuro fatto di un cazzo di niente. Un concerto per i laureati che vanno in Germania a cercare dignità più che lavoro. Un concerto per i cinquantenni senza lavoro e prospettive. Un concerto per chi muore in un treno perché mezzi di sicurezza moderni non ce li possiamo permettere, dobbiamo dare soldi ai vari Don Vinicio o Don Raffè di Deandreiana memoria. Un concerto per i Carabinieri e i Poliziotti che si fanno ammazzare per poco più di 1000 €. Un concerto su un'altra salma: quella della nostra povera Italia. Un concerto per gli Italiani vittime del buon pensiero, dei buoni pronti a scarnificare i cattivi rei di non pensarla come loro. Domani sarà più bello. Sarebbe più bello. Se fosse vero.

Luca Craia


domenica 24 aprile 2016

Ancora caos magrebini. Solidarietà ai Carabinieri.



Ancora un brutto episodio a carico dei nostri “ospiti” magrebini, uno dei tanti, l’ennesimo di una lunga lista che parla di risse, molestie, furti e violenze di vario genere. Sgombriamo il campo: non tutti i Magrebini sono delinquenti, ma quasi sempre i protagonisti di questo genere di episodi che accadono nel nostro Comune sono di provenienza nordafricana. E se è vero che anche gli Italiani, a volte, diventano artefici di questi atti di criminalità, ciò non giustifica il fatto che chi viene ospite nel nostro Paese possa comportarsi in questo modo. In sostanza: ne abbiamo abbastanza di delinquenti nostrani che non c’è la necessità di prenderli di importazione.
La cosa più grave, però, è l’impunità. Leggere sul giornale che il protagonista dell’ultima puntata della serie “Il Magrebino Pazzo”, quella accaduta venerdì notte al Mastio di Montegranaro , è noto alle forze dell’ordine. E queste forze dell’ordine, i Carabinieri nella fattispecie, gente che vive con uno stipendio inadeguato e deve rischiare la vita per fare il proprio dovere, va a intervenire per l’ennesima volta su un soggetto che si prende l’ennesima denuncia a piede libero e torna a ubriacarsi e delinquere con disinvoltura. Intanto i Carabinieri si fanno male, rischiano grosso, e magari si beccano pure qualche insulto. E se gli scappa una smanacciata ci passano pure un guaio.
La mia solidarietà per l’Arma è totale e incondizionata. Devono lavorare in queste condizioni, senza strumenti, con leggi che tutelano più il delinquente che loro. Bloccano il facinoroso, vengono aggrediti, si fanno male la legge rimette il libertà il delinquente. Verrebbe da arrendersi e dire un normalissimo quanto umanissimo “chi me lo fa fare”. Invece continuano a fare il loro dovere e a proteggerci, per cui grazie di cuore.
Per quanto riguarda, invece, gli stranieri che si comportano in questo modo, ricordiamo ai loro tutori, quelli che si stracciano le vesti per difenderli e che, in questo preciso istante, mi stanno dando del razzista, che se un Italiano aggredisse un poliziotto turco, tanto per fare un esempio, lo metterebbero in galera e butterebbero via le chiavi. Chi vuole stare in Italia deve rispettare l’Italia e gli Italiani. Altrimenti non può e non deve restare. Le leggi attuali, figlie di un buonismo ipocrita e interessato, vanno modificate quanto prima, per la tutela nostra e delle stesse forze dell’ordine. E chi non è d’accordo vada a ubriacarsi a Casablanca, picchi un poliziotto marocchino e poi ne riparliamo.

Luca Craia

martedì 9 febbraio 2016

Razzista sarà lei



Quando mi si dà del razzista mi si offende profondamente, per la mia storia e per il mio essere uomo. Oggi, però, essere accusati di razzismo è semplice, basta non allineare il proprio pensiero a quello massificato e massificante voluto dal vero regime della finta sinistra, che ci vorrebbe tutti buoni, santi e con le case aperte agli stranieri solo per agevolare loschi traffici di un nuovo schiavismo sponsorizzato da Stati e Nazioni moderne. A questo punto preferisco tenermi l’epiteto piuttosto che adeguarmi alla massa. Ma voglio spiegare perché.
Sono per l’accoglienza. Nel senso che ritengo sia giusto che chi più possiede debba aiutare chi ha difficoltà pesanti. Aiutare, però, non significa rinunciare a se stessi e a ciò che si possiede. Non significa certamente rinunciare alla propria cultura per rispetto di chi viene ed è ospite. E non significa togliere sostanze alla propria gente per darne a chi ospitiamo. Questo è quello che sta accadendo oggi in Italia. Questo è razzismo e genera razzismo.
Oggi in Italia lo straniero in difficoltà ha molte più probabilità di ricevere aiuto e sostegno di un Italiano in difficoltà e questo non è giusto. Non solo: è pericoloso. Paradossalmente danneggia lo straniero. Genera risentimento e un risentimento motivato che viene diretto verso lo straniero e non verso chi legifera sbagliando. Ma il problema non è soltanto relativo al trattamento sociale, ma coinvolge numerosi aspetti del vivere civile rendendo difficile la convivenza.
Mancanza di controlli, agevolazioni economiche e disparità di trattamento sono solo parte del problema. C’è la questione legata all’identità culturale, dove la politica che si sta adottando sta andando nella direzione di sacrificare la nostro a favore di quella degli altri. Così assistiamo alla creazione di corsi di arabo per arabi dai quali sono esclusi gli Italiani, a iniziative che costano tempo, impegno e denaro per promuovere l’integrazione ma che provengono sempre e solo da una direzione, la nostra. Siamo preoccupati per l’integrazione razziale mentre i nostri ospiti non se ne preoccupano affatto perché, in realtà, non gli serve, stanno bene così.
Questo è razzismo, perché crea davvero spaccature serie e difficilmente sanabili. È un razzismo di stato, mascherato da buonismo, che se da una parte aiuta lo straniero, dall’altra lo danneggia pesantemente, impedendogli la vera e reale integrazione che passa attraverso l’adeguamento dell’ospite alle regole della casa ospitante e non viceversa.
Creare case popolari che diventano ghetti è razzismo. Lasciare che le aziende cinesi facciano concorrenza sleale a quelle italiane è razzismo. Creare iniziative a sostegno delle famiglie straniere e niente per quelle italiane è razzismo. Aprire le scuole per fare corsi di arabo mentre per gli Italiani non c’è nemmeno la possibilità di usare gli impianti sportivi pubblici è razzismo. Aprire le porte del nostro Paese a una immigrazione incontrollata solo per lucrarci sopra con la santa benedizione dello Stato è razzismo. L’integrazione passa solo attraverso l’assoluta parità, ma con bene in mente che le regole debbono essere di chi ospita e non dell’ospite.

Luca Craia