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martedì 6 dicembre 2016

La potenza dei due comitati. I meriti dei congiurati del 2013



A Montegranaro il NO ha stravinto e, probabilmente, questo è dovuto alla presenza di non uno ma ben due, e dico due, comitati per il NO. In ordine cronologico, il primo ad affacciarsi sulla scena è stato quello benedetto da Forza Italia e dal suo deus ex machina locale, il Rapagnanese volante col dono dell’ubiquità, Remigio Ceroni. Il comitato montegranarese, composto prevalentemente dai dissidenti gastoniani che furono artefici delle idi di marzo nostrane, con nomi di spicco come Demis Ranalli, Niccolò Venanzi e nientepopodimenochè Jonata Pagliaricci, il più loquace consigliere comunale mai apparso a Palazzo Francescani, è stato determinante.
L’impego profuso dai congiurati del 2013 è stato molto e intenso e il merito del risultato elettorale va certamente iscritto a loro: hanno fatto un sacco di incontri, frequentatissimi dalle loro rispettive famiglie, una volta a casa di uno, una volta a casa di un altro membro del comitato, consumando quintali di costarelle di maiale. Hanno fatto banchetti per strada, volantinaggio, manifesti, comizi, si sono girati porta a porta tutta Montegranaro tanto che si sono guadagnati il diploma di Testimone di Geova ad honorem. E tutto questo ha prodotto il risultato che sappiamo.
Bravi, bravi, bravi! E bravi anche per la modestia di non comparire, di non fare nemmeno un comunicato per prendersi la propria parte di merito. Questa è la politica sana, quella che fa bene all’Italia. Ceroni deve essere davvero orgoglioso di voi.

Luca Craia

martedì 29 novembre 2016

Ultime battute prima del voto. Giovannelli per il No incontra Montegranaro



Siamo agli sgoccioli di una campagna elettorale che, pur essendo diretta a un referendum istituzionale, ha assunto toni politici da grande elezione. Il dibattito è stato asprissimo e a tratti cattivo, proprio per una volontà specifica dei promotori della riforma costituzionale oggetto della consultazione, in primis lo stesso Presidente del Consiglio, che sanno benissimo che, abbassando il livello della discussione possono trarre vantaggio, questo perché si esce dall’oggetto specifico della discussione e si passa allo scontro personale, come nella miglior tradizione mafiosa italiana.
Il Comitato per il Sì sta calando le carte migliori nell’ultimo periodo; grande dispendio di denaro, del quale nessuno chiederà mai la fonte, e colpi bassi a non finire, anche utilizzando poteri dello Stato e organi di informazione, mai come ora asserviti al potere. A cercare di arginare questo strapotere mediatico c’è un Comitato per il No non fortissimo in quanto eterogeneo e non rappresentativo di tutte le forze in campo contrarie alla riforma (basti pensare che il Movimento 5 Stelle fa campagna per conto proprio). Ciononostante gli strumenti del Comitato per il No sembrano forti in quanto basati sulla ragione e sulla ragionevolezza. Si cerca di riportare il dibattito non sullo scontro politico ma sul tema istituzionale, cercando di far capire agli elettori ancora indecisi quali possano essere le conseguenze della riforma e quali sono le lacune giurisprudenziali della stessa.
Questa sera, a Montegranaro, ci sarà un incontro importante con un personaggio pesante nel campo del No, Oriano Giovannelli. L’ex Sindaco di Pesaro è un esponente di spicco del Partito Democratico, quello stesso partito che ha sposato la riforma voluta dal suo segretario e sta facendo campagna elettorale come se non ci fosse un domani. Giovannelli è ancora nel PD ma fa parte di quella minoranza che dice no alla riforma. Questa sera, a Montegranaro, cercherà di esporre il suo punto di vista nel tentativo di far capire ai meno attenti e agli indecisi quali danni la riforma potrà portare all’Italia. L’appuntamento è alle 21,30 in piazza Mazzini, presso la Sala Francescani.

Luca Craia

mercoledì 23 novembre 2016

Referendum: le cattive istruzioni del Segretario del PD



Chi avesse ricevuto per posta, a casa, nella propria cassetta, le istruzioni del segretario del Partito Democratico montegranarese su come votare al prossimo referendum costituzionale sulla riforma Renzi (giornalino Caffè Democratico), può leggersi qualche appunto che gli faccio perché, secondo me, le cose non stanno proprio esattamente come il nostro ingegnere esperto costituzionalista vorrebbe. Vediamo nel dettaglio:

E invece i senatori non vengono più eletti. Eleggiamo Sindaci, Consiglieri Regionali ma non Senatori. I Senatori li sceglieranno i partiti. Quando vado a votare per il Sindaco, caro Ingegnere, eleggo il Sindaco, non un Senatore. E il Sindaco di Montegranaro, secondo me, non andrà mai a far parte del Senato, Per cui io non eleggo Senatori.
Però, caro ingegnere, dimentichiamo la riforma elettorale con il premio di maggioranza che avete in cuore di approvare. Con quella e la riforma costituzionale, il Presidente della Repubblica ve lo eleggete comodi comodi e da soli.
Avreste allora fatto meglio ad abrogare direttamente e completamente il Senato. Così invece è venuto fuori un pastrocchio, con una Camera svuotata di quasi tutti i suoi poteri che servirà soltanto a parcheggiare su qualche comoda poltrona i personaggi che più vi faranno comodo. L’articolo 70 non è complicato, è incomprensibile. Come del resto è incomprensibile il perché ci avete dovuto mettere le mani. O forse sbaglio, il perché è comprensibilissimo.
Questo non vale la pena nemmeno commentarlo: sembra una barzelletta. Mi dica, non ci crede nemmeno lei nella stupidaggine che ha scritto. La prego, mi dica che è così.
Bene, tolti i Senatori a vita, troviamo un altro modo per sbilanciare le maggioranze, anche per quel poco che conteranno in Senato. Che bisogno c’era di questo ulteriore strapotere del Presidente della Repubblica che, come abbiamo visto, sarà uomo del Governo, se non per prevaricare ancora di più la minoranza?
Oltre che ottimo ingegnere e costituzionalista, il nostro segretario se la cava bene anche come ragioniere. Tutti questi conti solo per dirci quanto ci pagano in cambio di questa fetta di sovranità popolare che ci stanno togliendo. Bello.
E anche veggente, mi diventa, il segretario, prevedendo che, se non approviamo questa riforma, nessuno in futuro sarà talmente virtuoso da farne un’altra. Intanto direi di provare a non approvare questa, che è scellerata e somiglia tanto a un mezzo colpo di Stato, poi per il futuro vedremo. La Costituzione, piuttosto che stravolta e massacrata come si sta cercando di fare, è meglio tenersela com’è.
E questo è forse l’unico punto su cui sono d’accordo col nostro Nostradamus/ingegnere/costituzionalista/ragioniere: non si va a votare per mandare a casa Renzi, si va a votare per la riforma. Poi se Renzi dovesse dimettersi non mi dispererei di certo, ma il punto è non far passare questo scempio che vogliono spacciare per progresso. Non si tratta di progresso. Si tratta di cambiamento, vero, ma verso il peggio, un cambiamento che toglierà democrazia e sovranità al Popolo Italiano e in futuro sarà poi difficile recuperarla. Pensiamoci bene.

Luca Craia