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martedì 31 gennaio 2017

“Banda” di minori magrebini molesta mezza Montegranaro



Non compiono nessuna fattispecie di reato, tutto sommato, ma creano scompiglio e confusione. Sono un gruppo di ragazzini di origine presumibilmente magrebina che imperversa lungo le strade montegranaresi molestando i passanti, insultando, entrando in esercizi commerciali provocando e creando confusione, mettendo scompiglio in giro per il paese. Non so se si tratti della stessa “banda” che molestava automobilisti e residenti di San Liborio qualche tempo fa ma le modalità sono molto simili.
I Carabinieri sono stati allertati ma, sia perché, come dicevamo, in realtà non c’è reato, sia perché si tratta verosimilmente di soli minorenni, non c’è modo di intervenire per le forze dell’ordine. Fatto sta che il fenomeno è preoccupante perché passare dalla bravata all’atto criminale è facile, ma soprattutto perché, in questo modo, si mina seriamente il vivere civile e si ostacolano i già difficili processi di integrazione.
                                      
Luca Craia

giovedì 1 dicembre 2016

Ancora microcriminalità straniera nel centro storico. Sempre più lontana l’integrazione.



La notizia del sequestro di un modesto carico di droga effettuato dai Carabinieri di Montegranaro non dovrebbe suscitare tanto clamore: si tratta di una piccola quantità di marjuana che non fa certo finire il mondo. Quello che, però, è grave è che i soggetti che detenevano la sostanza sono noti alle forze dell’ordine per fatti analoghi ed evidentemente ripetuti. Ciononostante sono liberi e continuano a delinquere.
Questi soggetti sono tre Marocchini residenti nel centro storico montegranarese e non faccio fatica a immaginare chi siano. Da qui si possono trarre due conclusioni poco rassicuranti. La prima è che il fatto contribuisce ad avvalorare l’ipotesi del centro storico che sta diventando sempre più ghetto per stranieri e luogo di alienazione sociale. L’alta concentrazione di immigrati nello stesso quartiere non giova affatto all’integrazione degli stessi.
La seconda riguarda la criminalità di origine straniera e, conseguentemente, anch’essa implica un ragionamento sull’integrazione. Purtroppo registriamo sempre più spesso atti criminali più o meno gravi commessi da cittadini stranieri, particolarmente da Magrebini. Sono sempre e comunque convinto che la maggior parte dei Magrebini arrivati a Montegranaro sia composta da persone oneste, ma esiste una percentuale piuttosto alta di gente che vive fuori dalle regole. Questa gente danneggia irreparabilmente il processo di integrazione. È necessario che la stessa comunità magrebina intervenga, controlli, denunci chi delinque perché solo così potrà evitare la naturale generalizzazione del fenomeno con le conseguenze sociali che possiamo immaginare. L’integrazione parte dalla volontà di integrarsi da parte dello straniero. Non il contrario.  È evidente che a Montegranaro abbiamo un problema di ordine pubblico causato da cittadini stranieri. Siano gli stessi stranieri onesti a contribuire a risolverlo.

Luca Craia

venerdì 25 novembre 2016

Criminalità, piccoli gesti irritanti, auto-alienazione e integrazione



Questo è quello che accadeva la scorsa estate in una via di Montegranaro dove risiedono diversi stranieri: la via diventava il cortile privato di questa piccola comunità. Non si poteva passare con la macchina pena insulti e vessazioni.

Uno straniero, in terra straniera, è straniero. Lo è oggettivamente, senza tirare in ballo la solita retorica dell’accettazione dell’altro, della xenofobia e della gara a chi è più cattivo. Uno straniero in terra straniera è straniero e, per quanto la terra in cui è giunto possa essere aperta all’accoglimento dello straniero, se questi non fa uno sforzo per adeguarsi e rendersi ben accetto, non verrà accettato completamente. Non esiste integrazione se chi deve integrarsi non vuole farlo, non è interessato a farlo, non si sforza di farlo e compie gesti che vanno in tutt’altra direzione, irrita il Paese ospite e i suoi cittadini, crea disagio e preoccupazione.
Per vivere in Italia, nella fattispecie a Montegranaro, e cercare di diventare parte del tessuto sociale italiano non ci si può permettere di entrare in un palazzo e staccare la corrente, così, tanto per fare un dispetto. Non ci si può permettere di aggirarsi furtivamente tra le auto mettendone in allarme i proprietari, non ci si può permettere di coltivare marijuana in casa, non ci si può permettere di sporcare, degradare, rendere invivibile un intero quartiere, non ci si può permettere di commettere atti di bullismo, di rendere zone del paese off-limits perché pericolose, perché si rischia l’aggressione.
A compiere questi atti, a tenere certi comportamenti, sono in genere piccole minoranze di stranieri che, però, col loro comportamento creano un enorme danno a tutta la comunità straniera. Questo avviene perché la gente, intesa come massa, non ha la capacità di distinguere e generalizza, e questo, purtroppo, per quanto ci paia negativo, è normale. Non parliamo propriamente di xenofobia ma di un meccanismo di autodifesa che la società applica in una sorta di automatismo. Quando avvengono questi atti, la società si sente minacciata e reagisce emarginando il potenziale pericolo. E a essere emarginati sono anche quelli che si comportano bene, pagando il fio per il comportamento di altri, stranieri come loro.
Ecco perché i primi a vigilare su queste cose e a essere inflessibili devono essere gli stessi membri delle comunità straniere, magrebine, cinesi, dell’est-Europa. Devono essere loro i primi a riconoscere il problema e a cercarne le soluzioni e non nascondere, coprire, giustificare. Solo emarginando chi assume comportamenti contrari all’integrazione questa potrà avvenire. Perché chi non vuole integrarsi, chi non rispetta le regole e il Paese in cui è venuto a cercare di costruire una vita, non merita e non può restare. E questo devono essere gli stranieri stessi a stabilirlo come principio fondamentale della convivenza.

Luca Craia