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venerdì 18 dicembre 2015

Il Mondo prese i pidocchi



Un giorno il Mondo prese i pidocchi. Ma non se ne accorse. Pensava fossero come i tanti piccoli animaletti che brulicavano sulla sua testa tonda e blu in una sorta di simbiosi mutualistica che, alla fine, lo facevano sentire anche più bello. Invece questi animaletti erano diversi. Dapprima erano pelosi come tutti gli altri, camminavano a quattro zampe come tutti gli altri, si nutrivano dei frutti dei suoi peli e dormivano tra le sue rughe. Poi cominciarono a trasformarsi: si alzarono sulle zampe posteriori, persero i peli, cominciarono a mangiarsi le altre bestiole. Niente di preoccupante, all’inizio: c’erano esseri che si nutrivano di altri esseri già prima della venuta di questa nuova razza, per cui il Mondo non se ne curò.
Poi però cominciarono a venire le incrostazioni. Prima erano delle pellicine, una leggera desquamazione dell’epidermide. Sembrava una piccola irritazione che sarebbe passata da sola e il Mondo non se ne preoccupò. In breve, però, le croste cominciarono a crescere e a crescere. E producevano cattivo odore e umori putrescenti. In più questi animaletti brutti e glabri succhiavano dalla cute liquidi vitali e parti di materiale organico, causando piccole ma dolorose ferite che, piano piano, si estendevano.
Fu quando gli salì la temperatura che il Mondo cominciò a preoccuparsi. Chiamò e il dottore che gli disse che doveva farsi un controllo generale e gli fissò un appuntamento. Intanto la febbre cresceva e con essa il fastidio: prurito, dolore, le incrostazioni diventavano sempre più spesse, l’odore era nauseabondo. Venne il giorno della visita e il dottore fece un attento esame al Mondo. Al termine gli disse di non preoccuparsi: il suo sistema di anticorpi stava funzionando bene. Inoltre questo tipo di parassita era solito giungere al massimo della virulenza e poi estinguersi da solo. Nel giro di pochi secoli sarebbe guarito anche senza medicine.

Luca Craia

martedì 19 agosto 2014

Moriremo tutti di Cina



Una volta pensavo che saremmo morti tutti Cinesi, visto l'enorme potenziale economico dello stato asiatico unito alla potenza bellica e nucleare. La Cina sta conquistando il mondo e, in realtà, per farlo non ha bisogno di usare le armi che pure ha. È sufficientemente bastevole la concorrenza imbattibile che è in grado di esercitare sui mercati, la politica prima indirizzata all'attrazione di capitali esteri e poi all'investimento all'estero in termini di know how e attività produttive. A questo possiamo aggiungere la miope strategia imprenditoriale dell'Occidente che, nel miraggio di facili guadagni, ha favorito l'espansionismo economico del colosso orientale ed eccoci qua, in piena crisi con conseguenze geopolitiche irreversibili e in costante evoluzione.
Moriremo tutti Cinesi allora? Non credo. La Cina, nella sua frenesia produttiva, nella sua corsa alla conquista del mondo attraverso il predominio sui mercati, sta bruciando risorse planetarie oltre ogni misura, buttando veleni in atmosfera, ammorbando le acque, contaminando il pianeta come noi facevamo fino a poco fa, quando iniziammo a imparare a rispettarlo. La Cina produce inquinando e avvelenando tutti. Di questo passo non moriremo Cinesi, moriremo di Cina.

Luca Craia