Visualizzazione post con etichetta iacopo gentili. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta iacopo gentili. Mostra tutti i post

martedì 23 agosto 2016

Il ritorno della Pro Loco fantasma.



I funerali della Pro Loco sono stati celebrati da tempo. A ufficiarli è stata la Sindachessa stessa quando cercò in tutti i modi di creare un coordinamento delle associazioni di Montegranaro e subendo una delle peggiori sconfitte politiche della sua fin qui breve carriera di Primo Cittadino, con le associazioni che risposero picche in massa, lasciando a “coordinarsi” le solite tre/quattro organizzazioni tirapiedi. Però l’impeto col quale Sindaco e Amministrazione Comunale spinsero allora per la creazione di questo organismo inutile (se non per porre quel controllo sul mondo associazionistico che tanto sta a cuore ai Democratici) sanciva di fatto la fine definitiva della Pro Loco targata Iacopo Gentili. Una fine prematura, però, perché la naturale scadenza della superassociazione era ancora lunga da venire.
Ora però la scadenza del mandato del Direttivo “Gentili” sta arrivando. Cadrà, infatti, il prossimo ottobre. E già si registrano i primi movimenti, i primi rumori di guerra. Truppe cammellate (ora si dice così, mi pare) stanno già scendendo in campo e si profila la creazione di un nuovo direttivo che prenda le redini del precedente, prematuramente scomparso. Si tratta, con ogni evidenza, dell’ennesimo tentativo dell’Amministrazione Mancini di mettere le mani sulle associazioni. L’evidenza è data dal fatto che a Montegranaro non esiste più alcuna esigenza di una Pro Loco, se non per una sorta di coordinamento privo di qualsiasi potere decisionale ma a totale servizio di eventuali bisogni dei vari sodalizi. Può servire, ma se ne può fare a meno. Specie dopo la creazione dell’Ente Presepe che, di fatto, raccoglie la stragrande maggioranza delle associazioni stesse diventando esso stesso una sorta di punto di raccordo.
Cosa vogliono fare il Sindaco, l’assessore al turismo che non c’è e alla cultura della sagra della sarciccia Beverati, l’assessore al tutto e niente Basso e l’assessore al derete me mure Perugini? Lo abbiamo detto, prendere il controllo delle associazioni. Come? Non ne ho idea, anche perché le associazioni sono tante, spesso in contrasto tra loro, ma quando tocchi la loro autonomia mordono. Quindi come si muoveranno? Non lo sappiamo. Ma ho paura che lo scopriremo presto. E penso che ci sarà da divertirsi.

Luca Craia

mercoledì 20 aprile 2016

Muore la Proloco. Omicidio o suicidio?



Per quanto pacate, le parole di Iacopo Gentili, ormai ex presidente della defunta Proloco montegranarese, nella loro profonda amarezza, lanciano accuse pesanti alla politica cittadina. Sono accuse fondatissime, sulla fondatezza delle quali posso dare ampia testimonianza avendo vissuto dal di dentro parte della vicenda e da osservatore in qualche modo privilegiato il resto. La Proloco è stata ingannata: prima vista come strumento per scardinare la forza delle associazioni, una volta realizzato che il primo progetto di potenziamento a danno dell’autonomia di quest’ultime era fallito, è stata abbandonata a se stessa in un’agonia che si è protratta fino a oggi.
Appena eletta, la giunta Mancini, coadiuvata dal solito manipolo di opportunisti dell’associazionismo che, a tutt’oggi, ancora costituiscono la parte delle associazioni allineata in maniera quasi servile (ricevendo in cambio aiuti e sostegni), utilizzò la Proloco per cercare di catalizzare le associazioni non allineate. La volontà era chiara: mettere le associazioni a totale servizio non della città, come le associazioni sono sempre state, ma di chi la amministra. La maggioranza della associazioni, ovviamente, rispose no. E quella fu la ferita mortale inferta alla Proloco, anche perché l’Amministrazione Comunale, anziché curarla, l’ha lasciata a morire dissanguata per proseguire nel suo intento scellerato con il secondo tentativo, quello della consulta, per fortuna naufragato anch’esso. Ora tra le associazioni allineate rimangono solo tre o quattro e tra queste non c’è più la Proloco.
Omicidio, quindi, o quantomeno omissione di soccorso. Ma anche suicidio, dovuto all’ingenuità e alla scarsa esperienza di Presidente e Direttivo della Proloco. Era partita bene, la Proloco targata Gentili, e aveva ricevuto il sostegno di tante associazioni tanto che la prima iniziativa, quella famosa festa al laghetto del 2013, fu un trionfo di collaborazione tra volontari. Poi, però, si è cambiato strada. Gentili ha commesso errori molto gravi, lasciandosi traviare dai soliti Iago della situazione, personaggi loschi che operano nell’associazionismo da anni utilizzando le associazioni per i loro scopi personali e politici. Ha ascoltato le persone sbagliate, Gentili, si è fidato di lingue velenose. Il risultato è che si è trovato solo, abbandonato da quell’associazionismo che, inizialmente, lo aveva sostenuto.
Ora che si fa? SI può continuare senza Proloco? Certamente sì, le associazioni hanno dimostrato di potersi coordinare da sole con lo splendido esempio di cooperazione che è stato il Presepe Vivente. Certo, però, che la Proloco sarebbe un’altra cosa, almeno sotto l’aspetto squisitamente istituzionale. La Proloco è riconosciuta in tutta Italia e gode di agevolazioni particolari. Sarebbe molto utile ricrearla a patto che sia davvero a servizio del mondo associativo e non che si ponga in antitesi come si è cercato di fare negli ultimi tempi. Diciamo che possiamo vivere senza ma vivremmo meglio con, purchè certi personaggi, stavolta, ne stiano alla larga, così come dovrebbero stare alla larga dall’associazionismo in generale.

Luca Craia

martedì 12 maggio 2015

Triste de profundis di Gentili per la Proloco. Ma manca l’esame di coscienza.



Dispiace molto leggere le parole del Presidente della Proloco Gentili, il suo scoramento, la sua sostanziale resa di fronte all’evidente disfatta dell’ennesima operazione per dare vita a una Proloco efficiente a Montegranaro. Dispiace anche e soprattutto perché la partenza era stata buona, con quella bella prova che fu la festa del Primo Maggio al laghetto. Ma le difficoltà di cui parla Gentili sono reali in un paese che conta così tante associazioni. Ogni associazione ha una sua prerogativa, una sua caratteristica, una sua dignità e la Proloco se ne deve fare interprete senza prevaricare. All’inizio, dicevamo, si era partiti bene e la maggioranza dei sodalizi si era posta positivamente di fronte agli sforzi dei giovani membri del direttivo della Proloco per farla rinascere e screscere. Poi s’è rotto qualcosa.
È anche vero che ci sono state defezioni dallo stesso direttivo dovute a interessi più o meno personali, ma il problema è stato un altro. Fin dai primi giorni c’è stato chi, nel mondo associativo, ha remato contro. C’era chi parlava di “truppe cammellate”, di Proloco occupata da questo e quello. Sono affermazioni di chi è abituato a occupare, appunto, posti e postazioni strategiche, di chi siede su sedie diverse e vuole controllare e, quando non riesce, accusa gli altri di farlo. Un atteggiamento da parte di personaggi noti che, nel tempo, verificandone l’inefficacia, è mutato, diventando accomodante ma mellifluo.
Con la caduta di Gismondi questi personaggi si sono fatti più forti e hanno convinto il Presidente Gentili della loro buona fede, estromettendo abilmente altre associazioni che, come la mia, si erano sempre poste in maniera costruttiva e collaborativa con la Proloco. È qui che ha sbagliato Gentili, nel fidarsi della gente sbagliata. Ferme restando le difficoltà oggettive che si sapeva avrebbe trovato, ferma restando la strumentalizzazione politica cieca e incomprensibile sotto tutti gli aspetti che l’amministrazione Mancini ha fatto di tutta la vicenda.
Spero che Iacopo Gentili mantenga vivo il proprio impegno per Montegranaro. È una persona di valore, intelligente, volenteroso e con molte buone idee. È giovane e i giovani sbagliano, lo abbiamo fatto tutti, serve per imparare. Spero che non cessi di lavorare per la collettività, altrimenti sarebbe una grave perdita. In quanto alla Proloco, vedremo.

Luca Craia