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domenica 3 aprile 2016

Lo scarico di responsabilità di Ubaldi non funziona



È spiegato molto chiaramente sul Corriere Adriatico stamattina come si sono svolti i fatti e il perché l’antennona venga spostata da dove sta adesso (molto più lontano dall’abitato) al sito della discordia. Ne faccio un sunto: l’antenna era posta su un altro terreno di proprietà di Giancarlo Venanzi; la Vodafone ha imposto un adeguamento al ribasso del canone di locazione con una modifica unilaterale del contratto e quest’adeguamento, ovviamente, non è stato accettato. Pertanto la società telefonica ha pensato di spostarsi altrove. Va da sé che sarebbe molto più conveniente per la Vodafone lasciare l’apparecchiatura dov’è, magari adeguandola, perché spenderebbe molto meno. Vista la disponibilità di Venanzi non pare una strada impercorribile e forse è la più facile ed efficace per risolvere il problema.
Tutto questo per rimarcare che quanto detto dal nostro vicesindaco nell’assemblea di giovedì è allucinante: infatti Ubaldi ha affermato, davanti a un centinaio abbondante di persone, di essere venuto a conoscenza della questione tra Vodafone e Venanzi solo pochi giorni fa. E ci potrei anche credere, vista la diligenza con cui amministra. Ma qualcuno dovrebbe spiegarmi perché, nel momento in cui l’Amministrazione Comunale ha visto giungere la pratica per l’antennona, non si sia informata in maniera capillare e completa. Se l’avesse fatto avrebbe saputo anche dell’origine del problema e forse avrebbe potuto mediare immediatamente, anziché trovarsi con gli sbancamenti fatti e forse anche qualche betoniera gettata.
Le affermazioni di Ubaldi, che gli sono costate un mezzo linciaggio da parte del pubblico e un colorito rosso tendente al blu in faccia, sono di una gravità inaudita perché, come le giri, le giri male. Se è vero che Ubaldi ha saputo del mancato accordo tra Vodafone e Venanzi solo pochi giorni fa, ciò dimostra l’inadeguatezza dell’amministratore e la sua profonda superficialità. Doveva informarsi prima. Se invece non è vero e quella raccontata all’assemblea cittadina è un’altra delle tante bugie di questa amministrazione comunale, allora c’è manifesta malafede. E tante ma tante cose da spiegare. Attendiamo.

Luca Craia

giovedì 17 aprile 2014

Basso c’è o non c’è?



Siamo tutti in trepidante attesa di conoscere l’esito finale di quella che sembra sempre più una telenovela piuttosto che una manovra politica. La discesa in campo di Gianni Basso, presunta o auspicata che sia, è comunque, per ora, deludente. Delude perché da un personaggio di tale peso politico e da un uomo con tanta esperienza ci si aspettava una tattica di avvicinamento alla candidatura più concreta ed efficace, anche in considerazione che, a livello di strategia politica, gli uomini e i consiglieri non gli mancano, a cominciare da quel Giancarlo Venanzi che lo affianca e lo consiglia da decenni e dal fedele amico Tappatà. Invece sembra che la linea sia più dettata dalla mentalità coreografica casapaundiana di alcuni membri del suo gruppo e tutto ciò sfiora, quando non lo tocca palesemente, il ridicolo.
Ciò non toglie che Basso possa essere accreditato di un buon successo elettorale, e non si può escludere nemmeno una, per quanto difficile, vittoria. Tutto dipende dalla squadra che presenterà e dalla sua proposta politica. Basso è un uomo che, in vita sua, ha fatto più il sindaco che qualsiasi altra cosa. Vanta un’esperienza amministrativa e politica senza pari dalle nostre parti. È anche l’uomo della Montegranaro da bere, quello della "città giardino", quello che ha sì riempito la città di inutili fontane, di piazze deserte e di scheletri in cemento armato, ma ha anche creato l’unico luogo di incontro del paese, che è viale Gramsci che, prima di lui, era una discarica. Molti ancora lo amano e molti credono il lui. E la sua politica vecchio stampo, ben radicata nella cultura del Partito Socialista craxiano, certamente a Montegranaro aiuta. Quindi stiamo a vedere. Credo possa ottenere risultati impensabili, se solo riuscisse a smettere con le pagliacciate di questi ultimi mesi.

Luca Craia

lunedì 7 aprile 2014

ET telefono Basso



Sarebbe stato bello se, oltre all’appello ai Montegranaresi di telefonare al loro sindaco ideale per convincerlo a candidarsi, i bassiani ne avessero anche pubblicato il numero. Così tutti i cittadini fiduciosi nelle capacità taumaturgiche (o forse trauma-turgiche) del plurisindaco astrale montegranarese avrebbero potuto esprimere il loro affetto e la loro richiesta di sostegno per la nostra povera città. Chiaramente filtrando le telefonate di chi volesse convincerlo del contrario e, magari, esprimere la propria disapprovazione più o meno coloritamente.
L’ho visto ieri su una panchina, il nostro plurisindaco astrale. Ero tentato di parlargli personalmente, per cercare anche io, nel mio piccolo, di smuovergli l’anima verso una decisione che giovi alla città che lo riporti alla sua guida per rinnovare i fasti degli anni ’80, quando fiorivano fontane in ogni dove, o degli anni 2000, quando spuntavano dal nulla torri siderali e palazzetti dello sport ortobotanici. Volevo convincerlo a scendere in campo, dietro opportuno riscaldamento, per dotare la città di nuove torri, tettoie, avvistamenti ufo e antenne cosmiche. Ma non ho avuto cuore di disturbarlo in quella mattina grigia: era seduto tranquillo a leggere il giornale, coi suoi capelli bianchi mossi dal vento.
Resta il fatto che, con tante dimostrazioni di affetto e stima da parte dei suoi, con tanti accorati appelli sui muri e sui giornali, come faccia Basso a dire di no diventa misterioso, anche in considerazione del suo buon cuore, del quale i suoi stessi amici ci danno ampia testimonianza. Sono certo che cederà e si metterà a disposizione di Montegranano per farla crescere in sapienza e cemento armato.

Luca Craia