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sabato 4 ottobre 2014

Il Gruppo Gismondi cambia nome. ViviAmo Montegranaro diventa anche Gruppo Consiliare



L’Associazione neonata, ViviAmo Montegranaro, nata per portare avanti il progetto politico iniziato con la lista a sostegno della candidatura di Gastone Gismondi alle ultime amministrative, fin dall’esordio ha dichiarato di essere un sodalizio di natura politica e che la sua azione andrà a sostegno e sarà a sua volta sostenuta dal Gruppo Consiliare che fa capo all’ex Sindaco. Oggi questo gruppo sancisce in maniera definitiva l’interscambio con l’Associazione cambiando la propria denominazione da “Gastone Gismondi Sindaco” a “ViviAmo Montegranaro”. Un’associazione che diventa, quindi, quasi un partito o, comunque, un Movimento Politico che ha una sua rappresentanza in Consiglio Comunale. È un fatto piuttosto inedito nella storia cittadina e sarà interessante vedere quali effetti questo porterà nella vita politica e associativa di Montegranaro, due aspetti sociali che diventano sempre più connessi.

Luca Craia

venerdì 7 febbraio 2014

È giorno di pagelle. Basso boccia tutti e modifica il vocabolario.



Sembra proprio un vecchio professore d’altri tempi il nostro pluriexsindaco Gianni Basso: oggi sul giornale non lesina insufficienze, equamente distribuite a tutta la classe dei candidati alle prossime elezioni, quelli noti e quelli ancora ignoti. Dall’alto della sua cattedra, guadagnata con venti lunghi anni di esperienza da sindaco e trentaquattro complessivi da amministratore, punta il dito sui discoli indisciplinati e li mette tutti in riga. Così sull’ex primo della classe, quello che una volta era il suo pupillo, l’ultimo sindaco cronologicamente parlando Gismondi nemmeno si esprime, l’ha già bocciato: gravemente insufficiente su tutte le materie, insubordinato, indisciplinato. Ripetere l’anno, anzi, ripartire dall’asilo. Mariani? Mah… è nuovo, chi lo sa che sa fare, sembra bravo ma non si può valutare, non ci sono interrogazioni e compiti in classe a sufficienza. 5. La Mancini? È intelligente ma non si applica. 4. Il Movimento 5 Stelle? Non sono mai venuti a scuola. 3.
È maestoso Basso sul suo scranno, incute timore dall’alto della sua esperienza, incarna saggezza col suo cipiglio da detentore del sapere. E, con tanta forza morale, può permettersi anche di metter mano al dizionario e cancellare una parola che, pure, potrebbe tornare utile per definire tanti personaggi che girano nei corridoi della scuola in questione, ivi compreso lo stesso professorone. La parola cancellata è VERGOGNA.

Luca Craia

mercoledì 5 febbraio 2014

Il giochetto infantile delle responsabilità di rimbalzo



Poca la qualità di questi primi abbozzi di campagna elettorale, probabilmente viziata dalle mattonate giudiziarie che arrivano come se piovesse. I toni sono di un livello tristissimo a leggere oggi le dichiarazioni di Gismondi che, anziché provare a dare nuove argomentazioni per difendere l’indifendibile, accusa la candidata della lista più accreditata a batterlo, quella lista “stranamore” che finalmente ha un nome, nientepopodimenochè…. di essere moglie di un ex assessore di Basso come, del resto, è stato anche lui stesso. Quindi, ricapitolando, a discolpare Gismondi sarebbe il fatto che Luigi Catini, marito di Ediana Mancini, ne sapesse quanto lui. E questo è quello che noi elettori dobbiamo (meritiamo di) sapere.
Ora il ragionamento è questo: se è possibile che un amministratore non conosca gli atti che la giunta di cui fa parte compie, questo vale sia per Gismondi che per Catini. Per cui se secondo Gismondi Catini doveva essere al corrente dei fatti, non si capisce perché egli stesso non lo fosse. Era distratto? Dormiva?
Altro ragionamento, forse più importante del precedente. Che c’entra ciò che eventualmente può aver saputo in merito alla vicenda Catini con la candidatura della moglie? Si insinua qualcosa o è solo infinitamente basso il livello dello scontro? Se è vera la seconda ipotesi, come credo, voglio proprio vedere dove si arriverà.

Luca Craia

lunedì 20 gennaio 2014

Unicam. Le considerazioni di Simone Pirro (e le mie)



Simone Pirro, portavoce della coalizione “Io sto con Gastone” ed ex presidente di Città Vecchia, risponde al mio articolo “Il progetto sul centro storico di Gismondi-Pirro? Mi pare che non c’è.” (http://laperonza.blogspot.it/2014/01/il-progetto-sul-centro-storico-di.html#comment-form) in questo modo. Mi pare opportuno dare il giusto rilievo per poi replicare a mia volta.

Il progetto redatto dall'UNICAM c'è eccome, tanto che al convegno di presentazione e raccolta di proposte ed opinioni (Associazioni comprese), tu eri presente in aula (Oratorio S.Giovanni Battista), quindi sai anche che i Professionisti ci sono ed hanno un nome ed un cognome:
- Piergiorgio Bellagamba, Architetto, Professore ordinario in Urbanistica, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno.
- Paolo Santarelli, Architetto, PhD researcher, Scuola di Architettura e Design di Ascoli Piceno.
Per quanto riguarda la questione degli studenti, anche se non vi hanno lavorato spendo volentieri un pensiero per loro, perchè penso meritino il massimo rispetto (il mio quanto il tuo) in quanto saranno loro i professionisti di Domani, ed è bene non dimenticarlo mai.
Il programma sul centro storico è molto ambizioso, ma con i piedi ben saldi a terra, con l'intento di farlo rivivere a 360° (anche dai giovani) e mi rincresce il fatto che dopo anni di lotte sia proprio tu ad esserne perplesso...
Chiudo dicendoti che se vorrai visionare il lavoro svolto, il mio numero lo sai, sarò lieto di confrontarmi con te (perseguiamo lo stesso fine), ma ti RIBADISCO ancora una volta, che la questione legata alla bocciatura del bilancio nell'autunno scorso, ha di fatto sospeso il rapporto con TERRE.IT (http://www.terrepuntoit.eu/) con tutte le conseguenze del caso riguardo ad una sua pubblicazione, proprio perchè intercorre un rapporto tra Professionisti.

Simone Pirro

Simone Pirro parla del progetto Unicam come se lo conoscesse bene. Ed è questo che non capisco: dov’è questo progetto? In mano a chi è?
Un altro punto: è vero che ero presente alla presentazione del progetto. Ma era solo una presentazione, appunto. Il lavoro sarebbe stato svolto dopo. In questo lasso di tempo non sono mai stato consultato né come rappresentante dell’associazione più attiva in termini di monitoraggio dello stato del quartiere né come cittadino residente. E non mi risulta che siano stati consultati altri residenti. Quindi il progetto è stato redatto, immagino, nel chiuso dello studio di chi ci ha lavorato. Sarebbe stato più produttivo ascoltare le problematiche reali dei residenti e di chi ci opera economicamente e socialmente. Del resto lo stesso allora Sindaco Gismondi disse che il lavoro doveva essere arricchito “dal contributo che potrà venire dalle associazioni cittadine, a partire da Città Vecchia che organizza questo incontro insieme a noi, che vorranno dare un loro contributo per stilare un'idea progettuale da cui partire per avviare un discorso serio e condiviso di recupero”. E Santarelli ribadiva: “il tema va affrontato in maniera condivisa, non può essere deciso nelle segrete stanze”. Con chi si è condiviso il tema? È stata contattata solo Città Vecchia?
Ancora: le parole lette sul giornale circa un rilancio del centro storico attraverso “wi-fi” ed eventi vari fanno comprendere come sia ancora lontana la reale comprensione del problema in essere. Ci sono delle emergenze da risolvere con estrema celerità. C’è da equiparare la qualità della vita dei residenti nel centro storico a quella degli altri cittadini montegranaresi. Ci sono fattori di rischio notevoli che vanno rimossi in fretta. Poi è necessario mettere in campo strategie per ripopolare il quartiere, ma wi-fi ed eventi servono ad attirare l’attenzione, non a risolvere i problemi.
Altra considerazione: non conosco il progetto e quindi non posso dare un giudizio su di esso. Rimane però il fatto che l’amministrazione Gismondi, come temevamo all’inizio, ne ha fatto un alibi per non operare in questo campo, lasciando il centro storico senza alcun intervento sostanziale, eccezion fatta per quelli improcrastinabili, per un lunghissimo periodo.
Concludo: sono curiosissimo di vedere questo progetto ma non lo vedrò in privato con chicchessia (nemmeno con Simone Pirro che, ribadisco, non capisco come l’abbia in mano) perché ritengo che sia un bene pubblico, pagato con soldi pubblici, che debba essere a disposizione di tutti. Infatti, la domanda che più che altro mi pongo è questa: come mai il portavoce della lista Gismondi, in lizza per la campagna elettorale, ha in mano un progetto finanziato dal Comune e questo progetto non è stato reso pubblico?

Luca Craia

sabato 18 gennaio 2014

Il progetto sul centro storico di Gismondi-Pirro? Mi pare che non c’è.



Parte svantaggiato Gastone, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, se intende mettere la questione “centro storico” tra i suoi cavalli di battaglia per la campagna elettorale. Lo svantaggio è presto spiegato: mentre i suoi competitor possono parlarne, proporre soluzioni, avanzare progetti potendo contare sul fatto di non averci sostanzialmente mai provato, visto che il governo della città negli ultimi 15 anni è sempre stato in
mano ad una coalizione riconducibile a quella che sostiene Gismondi, nonostante la recente defezione del padre putativo Gianni Basso, proprio per questo motivo i propositi del nostro ultimo ex sindaco soffrono di un deficit di credibilità. In effetti, possiamo affermare con una certa esattezza che l’amministrazione Gismondi (e le due precedenti, guidate dal suddetto Basso alle quali partecipava lo stesso Gismondi) del centro storico non si è occupata. È vero che nell’ultima consiliatura si è restaurato l’ospedale vecchio e sono partite alcune ristrutturazioni legate ad ordinanze di messa in sicurezza, ma sono situazioni contingenti che non appartengono ad alcun progetto politico specifico. Infatti, è proprio questo che a Gismondi è mancato: un progetto sul centro storico, stendendo un velo pietoso sulla questione Unicam.
I contratti di quartiere partono dalla disponibilità di fondi che, altrimenti, sarebbero andati persi. Per questo si è allestito un progetto di massima, raffazzonato e affrettato, che non ha prodotto effetti particolari sulla problematica se non la ristrutturazione dello stabile dell’ex ospedale che però, vista la destinazione d’uso principale come abitazioni popolari, potrebbe costituire più un aggravante del problema che una parte della
soluzione. Case popolari in un quartiere ad alta densità di popolazione straniera rischiano di diventare, come più volte ho denunciato e per il quale motivo ho anche promosso un’importante raccolta di firme, una forma di ghettizzazione che potrebbe affossare anche le ultime speranze di redenzione per il quartiere. E non saranno certo le quattro stanze dedicate al “polo culturale” a controbilanciare una scelta scellerata che porterà un nuovo flusso di immigrati col serio rischio di far diventare il centro storico, anziché il cuore della città, il ghetto degli extracomunitari.
Il portavoce di Gastone Gismondi, l’architetto Simone Pirro, dovrebbe conoscere la questione centro storico piuttosto bene, visto che è stato presidente di quell’associazione che io stesso fondai qualche anno fa proprio per spronare i nostri governanti a progettare soluzioni per questo problema. Eppure pare che stia parlando di cose diverse dalla realtà montegranarese. Wi-fi? Rendere il
centro social? Eventi e manifestazioni? Stiamo forse parlando di Roma? Di Macerata? No. Stiamo parlando di un centro storico che cade a pezzi, di case che rischiano di crollare sui passanti, di un centro storico spopolato dove la metà delle abitazioni sono vuote. Un quartiere dove non passa più nessuno a pulire, dove scarseggia l’illuminazione, dove ignoti forzano le porte e vanno a dormire nelle case disabitate. I problemi del centro storico sono molto più seri della banda larga gratis. Serve un progetto e Pirro dovrebbe saperlo, visto che è stato proprio lui, in veste di presidente di Città Vecchia, a promuovere l’accordo con l’Unicam per un progetto sul centro storico. Progetto di cui si è tanto parlato ma che nessuno ha visto mai, tranne, probabilmente, la squadra di Pirro e Gismondi.
Un progetto, quello dell’Unicam, che pare sia pronto ma che è stato realizzato da studenti e non da professionisti senza concertare le scelte con le associazioni che lavorano da anni sul territorio, senza ascoltare le categorie produttive che vi operano, senza chiedere ai cittadini residenti quali siano le reali problematiche. Un progetto, dicevo, che nessuno conosce ma finanziato con soldi pubblici. Se Gismondi lo ha visto sta utilizzando un bene pubblico per fini personali. Se non l’ha visto sta parlando di aria fritta.
Poi sento parlare di teatro Novelli e sopprimo a stento la rabbia. Due anni fa portai a Gismondi un progetto di restauro del teatro storico, distrutto per far posto all’archivio comunale poi trasferito altrove ma di cui restano interessantissime tracce. Il progetto era finanziato da sponsor, quindi per il Comune era a costo zero. C’era però da rifare il tetto. Mi si disse che non c’erano soldi e si accantonò il tutto. Ora si torna a parlarne ma non si cita il fatto che non si può scindere il restauro del teatro Novelli dal recupero complessivo del municipio. Campagna elettorale. Promesse.
Parliamo di promesse non mantenute. Ne ho una lista infinita che parla di “faremo”, “proveremo”, “non ti preoccupare”. Ne cito uno solo, la scritta “Viva Coppi” incisa sul muro dell’ospedale vecchio che inneggiava al grande campione italiano di ciclismo al quale Gismondi, per motivi affettivi familiari, avrebbe dovuto essere molto più sensibile. Gastone promise di metterla in salvo prima dei lavori di ristrutturazione. La scritta, invece, non c’è più. Sarebbero bastati pochi Euro ma è mancata la volontà di fare le cose. La scritta Viva Coppi è il simbolo dell’approccio che Gismondi ha avuto nel suo mandato di Sindaco col centro storico: promesse, iniziative tampone, mancanza assoluta di un progetto.
Voglio fare uno sforzo e credere che ci sia un cambio di atteggiamento da parte dell’ex sindaco ma faccio fatica. Anche perché quello che leggo non è affatto rassicurante e denota da parte sia del candidato primo cittadino che del suo consulente in materia una totale mancanza di conoscenza del problema, una grande approssimazione nell’individuazione degli obiettivi, un preoccupante pressapochismo nella visione d’insieme. Il progetto, eccetto quello dell’Unicam che mi lascia quantomeno perplesso, non c’è. La volontà politica non c’è stata in passato e chissà se ci sarà in futuro. Per ora mi pare di vedere solo il tentativo di cavalcare una questione nodale per raccogliere voti. Ma il centro storico di Montegranaro non può permettersi altri cinque anni di stasi come quelli trascorsi.

Luca Craia

mercoledì 15 gennaio 2014

Si giocherà sul campo da basket la campagna elettorale 2014?



Con le affermazioni dell’ex sindaco Gismondi e dell’ex assessore allo sport La Porta dei giorni scorsi, che hanno dichiarato la loro totale dedizione alla questione economica della Sutor tanto da lasciare intendere piuttosto chiaramente che, fossero stati ancora al governo della città, avrebbero senz’altro fatto in modo che anche la cosa pubblica avrebbe concorso a risolvere il problema, naturalmente coi soldi della collettività come è stato sempre fatto negli ultimi anni, sappiamo che, vincessero di nuovo le elezioni, una parte del bilancio comunale sarebbe destinato a questo capitolo di spesa con buona pace di chi alla partita non ci va e di chi ha ben altri problemi.
Ora, a chiarirci che, anche votando diversamente, la faccenda cambierebbe poco ci pensa la coordinatrice di Centro Democratico Francesca Testella che critica addirittura La Porta per aver fatto poco o niente per la Sutor nel periodo in cui è stato amministratore. Ricordiamo che l’amministrazione Gismondi ha stanziato circa 35.000 Euro l’anno per sostenere economicamente la squadra di basket cittadina. A quanto pare alla Testella la cifra sembra esigua e dichiara che, vincesse le elezioni il candidato del loro schieramento (Lista Stranamore per capirsi), sarà cura della prossima amministrazione comunale occuparsi in maniera più cospicua dei problemi economici della società sportiva. Sempre con i soldi di tutti.
Buon a sapersi.



Luca Craia