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martedì 3 febbraio 2015

Le telecamere non sono la soluzione.



Non valuto negativamente la volontà di dotare Montegranaro di un sistema di videosorveglianza. Certamente le telecamere possono essere un valido deterrente per atti vandalici e piccola criminalità. Installate in punti strategici possono diventare uno strumento valido per rendere alcune zone del paese più sicure, ad esempio il Campo dei Tigli. Pensare, però, che questa sia la soluzione del problema è sbagliato e può rivelarsi pericoloso.
Il susseguirsi di atti vandali ed episodi di microcriminalità hanno una radice profonda che va ricercata all’interno della società ed estirpata. In questo la videosorveglianza può essere solo uno degli strumenti da utilizzare e non l’unico. Certamente non è risolutiva. La questione risiede, prima di tutto, nella progressiva degradazione della qualità della vita nel centro del paese. Montegranaro è una città fantasma o quasi. Esistono aree urbane che sono in mano a teppisti e delinquentelli. I giovani non hanno spazi vivibili e rinunciano a frequentare il loro paese. Tutto questo non si può combattere con una telecamera.
La società sta imbarbarendo, e questo avviene in tutta Italia. Analizzando la situazione montegranarese vediamo evidenti segni di alienazione da parte di ceti sociali più deboli e di giovani italiani e di origine straniera che faticano a trovare un’integrazione equilibrata. Da un punto di vista strettamente sociale ad oggi non si sono registrate iniziative valide per correggere l’anomalia.
Urbanisticamente Montegranaro è una città abbandonata, non esistono aree adatte alla socializzazione e allo scambio umano. Non esistono strutture capaci di attrarre i giovani e farli incontrare. Non esistono spazi permanenti di aggregazione. Questo porta al pressoché totale spopolamento del paese durante il tempo libero. La domenica Montegranaro è deserta, i giovani vanno altrove, gli adulti non frequentano il paese. Gli spazi così lasciati liberi vengono occupati da disadattati, alienati, teppisti e vandali. Le conseguenze sono evidenti.
È ovvio che serva un maggior controllo e in questo la videosorveglianza è sicuramente uno strumento idoneo. Ma serve una politica sociale, serve rivitalizzare il paese, serve dare ai Montegranaresi le giuste motivazioni per riappropriarsi degli spazi pubblici, serve incentivare gli operatori a organizzare strutture per l’aggregazione, serve stimolare l’economia perché si investa in luoghi di incontro. Un paese vivo e pieno di gente che lo rende vivo avrebbe molti meno problemi di ordine sociale. Se non si ragiona con un progetto complessivo e interconnesso tra le varie sfaccettature del problema, la telecamera rimane uno strumento la cui utilità sarà estremamente relativa.

Luca Craia