Visualizzazione post con etichetta democrazia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta democrazia. Mostra tutti i post

venerdì 26 agosto 2016

Il dibattito alla festa de l’Unità



dibàttito s. m. [der. di dibattere]. – Discussione alla quale prendono parte i partecipanti a un’assemblea, a una seduta, a una riunione pubblica o privata, e nella quale si contrappongono e valutano idee e opinioni diverse in merito a determinati argomenti proposti o a decisioni da prendere (vocabolario online Treccani).
Prendendo per buona la definizione data dalla Treccani, salvo nuovi sviluppi dall’Accademia della Crusca, possiamo affermare che alla Festa dell’Unità ci sarà dibattito? No, perché parleranno solo persone che illustrano un solo punto di vista.
Ci sono luoghi dove si discute e luoghi dove si informa. Da quello che vediamo, la Festa de L’Unità montegranarese sarà un luogo dove il PD informerà la gente circa le linee del partito e il pensiero dei suoi dirigenti. È una cosa buona, ben inteso, ma non chiamiamolo dibattito.
In questo blog, per esempio, non c’è dibattito. C’è l’esposizione del mio pensiero e chi sia interessato a conoscerlo, per chissà quale motivo, può aprire queste pagine e informarsi di quello che penso. Ma non si dibatte, qui. Eventualmente c'è il gruppo di discussione.
Come ho detto, è assolutamente legittimo che alla Festa de L’Unità si faccia propaganda e si faccia vetrina sulle idee del partito che organizza l’evento. Però ci saremmo aspettati di più dal partito che, in campagna elettorale, parlava di partecipazione come di un concetto fondamentale sul quale basare il proprio operare. Abbiamo visto che, a livello amministrativo, la partecipazione l’abbiamo solo sentita nominare. Alla Festa de L’Unità sono quasi tutti iscritti e simpatizzanti del PD, e quelli che vanno lì solo per mangiare (perché si mangia davvero bene) sono probabilmente poco interessati alla politica. Quindi sarebbe stato auspicabile che si aprisse il dibattito almeno all’interno del proprio “popolo”, che si facesse partecipare questo “popolo” alle decisioni prese e a quelle ancora da prendere.
Non lo faranno, a quanto si è capito, e va bene così. Ne prendiamo atto. Basta che poi non si diano lezioni di democrazia agli altri.

Luca Craia

venerdì 25 marzo 2016

Il merito di Salvini



Salvini, in linea di massima, non mi piace nè mi dispiace. Talvolta concordo su alcune sue posizioni, su altre no, ma va detto che, comunque, ha portato la Lega a essere un partito moderno e più concreto rispetto a quello dei tempi di Bossi, in cui campava solo di slogan e demagogia. Oggi la Lega è un partito che può governare, che ha una sua connotazione politica e, soprattutto, non parla più di stupidaggini come secessione e fantomatici popoli italici e celtici.
Ma, a parte tutto questo, Salvini ha un grande merito: quello di farsi detestare. Non è da tutti suscitare tanto odio ma Salvini ci riesce, probabilmente suo malgrado, e così facendo ci mostra inequivocabilmente la parte più brutta, becera, cattiva e violenta dei suoi avversari. Se ci facciamo un giro sui social network troviamo una tale quantità di insulti nei suoi confronti da riempirci un tomo di ragguardevoli dimensioni.
Salvini ci mostra la parte antidemocratica della sinistra, quella sinistra che dovrebbe fare della tolleranza la sua bandiera ma che si scopre profondamente intollerante nei confronti di chi ha idee marcatamente distanti dalle sue. Ci fa vedere, Salvini, una sinistra che va ai suoi comizi per impedirgli di parlare, in modo molto democratico, non c’è che dire; una sinistra che lancia oggetti, che vocia, che insulta, che rifiuta ogni tipo di confronto rifugiandosi in posizioni di principio, ideologiche, blindate; una sinistra che si mostra incapace di essere democratica, di ascoltare l’avversario e contraddirlo con argomentazioni anziché con insulti.
Salvini non mi è particolarmente simpatico. E non mi diventa simpatico nemmeno in quanto oggetto di tanta violenza verbale (e non solo: sono convinto che molti, lo avessero tra le mani, non si limiterebbero all’insulto). Però gli sono grato perché ha stanato la carogna a sinistra, quella che si reputava fosse prerogativa unica della destra più estrema. Salvini, oggetto di tanto odio, dimostra in maniera lampante che l’idiota sta da tutte le parti e che il fascista non porta necessariamente il fez e la camicia nera: a volte alza il pugno e canta Bella Ciao.

Luca Craia

sabato 12 marzo 2016

Il Comune non si fila 267 montegranaresi



Democrazia e partecipazione. Ma soprattutto rispetto, questo ci si aspetterebbe dai propri amministratori, tralasciando le promesse fatte in campagna elettorale. Solo rispetto per i propri amministrati. Invece ben 267 Montegranaresi che hanno firmato una petizione e l’hanno protocollata esattamente un mese fa ancora non sono stati ritenuti degni di risposta. Che poi la risposta potesse essere anche un diniego sta nelle cose, ma almeno rispondere. Il rispetto per il cittadino dovrebbe prevedere che, quando fa una domanda, possa ottenere un riscontro. Quando poi i cittadini che chiedono sono tanti, a maggior ragione si dovrebbe tenere presente la loro istanza e, anche rigettandola, spiegarne le motivazioni. Invece no, da noi scorre il tempo e non se ne trova per rispondere. Sono 267 gufi che vanno cercando rogna e quindi non sono degni dell’attenzione degli amministratori o si è troppo affaccendati in altre cose? Comunque sia, al di là dei contenuti della petizione stessa, mi pare che siamo di fronte all’ennesima mancanza di rispetto verso il cittadino, sempre più suddito e sempre meno partecipe.

Luca Craia