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martedì 22 novembre 2016

Renzi, l’accozzaglia, e il sistema del Pd. Lo conosciamo anche a Montegranaro.



Nessuna meraviglia per il comportamento del Presidente del Consiglio che, molto poco istituzionalmente, insulta sistematicamente l’avversario salvo poi cavarsela con un “mi scuso”. È il sistema di questa nuova politica ed è il sistema più amato all’interno del Partito (sedicente) Democratico. L’avversario, da quelle parti, va demolito, sputtanato, umiliato e poi, magari, con un sussulto di finto buonismo che ci sta sempre bene, chiedere scusa o dire agli altri insultatori di placarsi, che si sta esagerando, magari dopo aver dato il la al coro.
Lo sappiamo bene nel nostro piccolo microcosmo, è un sistema che conosco perfettamente avendolo subito sulla mia pelle da oltre due anni, da quando il PD nostrano ha scoperto che avere il potere comporta anche prendersi delle critiche e le critiche, si sa, nel PD non le digeriscono. L’artista supremo di questo metodo di demolizione dell’avversario e il segretario locale. Questo simpatico ragazzo dagli occhi buoni ha dalla sua un nutrito fan club, probabilmente per il ruolo, il “potere” ma anche grazie a quegli occhi buoni o a una certa simpatia che io stesso gli riconosco, tanto da averlo ritenuto, fino a poco tempo fa, uno dei pochi nella compagine di governo montegranarese col quale fosse possibile dialogare (pensa un po’). Il nostro ragazzo dagli occhi buoni sa come utilizzare la sua gente e la utilizza senza scrupolo. Così riesce ad allestire pittoresche coreografie durante Veregra Street o orchestra l’insulto mediatico fino a farlo diventare pesantissimo e poi se ne esce candido con l’invito a non scendere troppo in basso, dopo aver, però, fornito pala e vanga a tutti quanti.
Non è un paese per persone educate.

Luca Craia

lunedì 25 luglio 2016

Il diritto alla critica e al libero pensiero nell'epoca Mancini


Faccio critica, a volte feroce, della politica montegranarese da quando ho aperto il blog, 7 anni fa. Quando facevo critica feroce contro la passata amministrazione (i post sono ancora tutti online, andateveli a cercare), riscuotevo il plauso dell’attuale vicesindaco, dell’attuale assessore ai lavori pubblici, dell’attuale assessore all’ambiente e dell’attuale assessore alla cultura. Quello ai servizi sociali, invece, nemmeno sapeva che esistesse il blog anche perché, probabilmente, quasi ignorava l’esistenza di internet. A quei tempi la critica era ritenuta costruttiva e segno di democrazia, tanto che, durante la campagna elettorale, lo stesso Sindaco attuale mi chiese di darle una mano. E io, in qualche modo, gliela diedi, continuando la mia critica contro l’operato dell’amministrazione Gismondi.
Oggi la critica è diventata una roba vergognosa. Quegli stessi personaggi che allora erano tutti felici delle mie invettive contro l’amministrazione comunale dell’epoca, oggi mi danno del gufo triste, del criticone, dell’invidioso, chiedono che il mio blog venga messo a tacere, fanno telefonate per impedirmi di scrivere. Qualcuno, più fantasioso degli altri, addirittura semina zizzania mettendomi in bocca parole mai dette in modo che, poi, qualche ragazzotto poco accorto si metta a saltellare in piazza prendendomi per i fondelli. Metodi democratici moderni.
Su Facebook fioriscono le pagine social cittadine. Sono pagine in cui i cittadini di un determinato paese (ce ne sono per Sant’Elpidio, Fermo, Civitanova Marche per citarne alcune) dicono la loro, promuovono eventi, raccontano storie ma, soprattutto, muovo critiche a chi governa. La critica è sempre costruttiva, anche quando è di parte, perché serve a governare meglio. A Montegranaro la cosa non funziona. A Montegranaro la gente fa fatica a mettere nome e cognome sopra o sotto una critica, ha paura a metterci la faccia. E non possiamo denigrare chi lo fa perché lo fa probabilmente con un buon motivo. Quando uno che osa criticare come conseguenza come minimo si trova addosso tutti i mastini della tifoseria del Sindaco e degli assessori, è logico che preferisca tacere. E questa è la democrazia ai tempi della giunta Mancini.

Luca Craia

sabato 21 novembre 2015

Se non siete pronti alla critica non prendete impegni pubblici



È sempre la stessa storia: finchè critichi gli altri sei un fenomeno ma se critichi me sei un cretino. Questo è un atteggiamento diffuso e comprensibile. A nessuno piace essere criticato ed è logico che, se fai una cosa, pensi che sia la cosa giusta. Se qualcuno ti fa notare che può essere anche sbagliata è probabile che tu non gradisca la cosa e ti arrabbi. Ci sta.
Però se si decide di esporsi e impegnarsi in qualcosa che sia utile alla collettività bisogna mettere in conto la critica. Candidarsi a un’elezione, partecipare alla vita sociale, anche scrivere su un social network in una pagina pubblica espone inevitabilmente a critiche. Quando lo si fa bisogna averne coscienza, altrimenti è meglio non esporsi.
Questo blog è critico, estremamente. A volte, mi rendo conto, è caustico. Ma sfido chiunque a trovare un insulto o una parola offensiva. Cerco sempre di fare una critica serrata ma costruttiva. Ciononostante chi viene criticato reagisce solitamente male. Lo fanno politici navigati, come il nostro vicesindaco che si è arrotolato nella sua rabbia creando un clima avvelenato mai visto dalle nostre parti, figuriamoci se non lo fa la persona poco esperta e poco avvezza all’esposizione mediatica. Quindi comprendo.
A mia volta vengo criticato. A mia volta, talvolta, mi stizzisco per le critiche. Però, al contrario di molti, affronto chi mi critica e cerco di capire se abbia ragione lui o io, ovviamente difendendo la mia posizione. La cosa più fastidiosa, nell’epoca di Facebook, è proprio questa: la reazione senza il confronto. Trovo spessissimo riferimenti a me o al mio blog, anche da persone che hanno modo di contattarmi personalmente o, comunque, di dibattere sotto i miei post. Ma non lo fanno, perché è molto facile scaricare la rabbia scrivendo sulla propria pagina piuttosto che confrontarsi direttamente. Se posso tollerare le critiche, questo atteggiamento no.
Quindi due inviti a chi ha avuto la pazienza di leggermi fi qui: se siete permalosi, intolleranti alle critiche, incapaci di confrontarvi serenamente anche con chi vi attacca, evitate di esporvi pubblicamente: vi farete male. Se avete qualcosa da dire al sottoscritto, fatelo direttamente. Non mordo, non picchio nessuno, sono capace di ragionare. Se scrivete i messaggini più o meno subliminali sui vostri profili di Facebook fate solo una magra figura.

Luca Craia

giovedì 7 agosto 2014

Amministratori nervosi, diritto di critica e dovere di ascoltarla.



Io credo che un politico in generale e un amministratore in particolare abbia delle responsabilità anche quando parla d’altro, fuori dal proprio ruolo. Credo - ed è un mio pensiero, intendiamoci – che un amministratore abbia il dovere di non perdere le staffe quando viene criticato e di mantenere un atteggiamento equanime anche di fronte al più accanito oppositore (quando questi non sia offensivo) piuttosto che al semplice cittadino che abbia da fare le sue rimostranze, le sue segnalazioni, i suoi distinguo. Capisco che a nessuno fa piacere essere criticato ma un amministratore, se sceglie di candidarsi ad esserlo, deve essere poi preparato a subire giudizi avversi. Oggi, poi, i mezzi per manifestare dissenso in pubblico sono tanti e potenti, vedi i social network, ad esempio, o questo stesso blog. L’amministratore deve saper rispondere pacatamente alle critiche oppure, al limite, tacere. Mai e poi mai deve scagliarsi contro chi esprime un’opinione contraria alla sua, semmai deve cercare di confutarla argomentando.
Noto, invece, in molti attuali amministratori montegranaresi (ma, se vogliamo, è una degenerazione generalizzata della classe politica) un forte nervosismo e una fortissima propensione a reagire stizziti, quando non rabbiosi, alle critiche. E non lo si fa d’impeto in una discussione, lo si fa lanciando anatemi sui social network. Si dimentica che il cittadino ha il sacrosanto diritto, almeno finchè siamo in questa specie di democrazia che ancora ce lo consente, di esprimere le proprie opinioni anche contrarie a chi governa, fermo restando il rispetto che si deve alla persona.
Io non so con chi ce l’avesse il vicesindaco, spero non con me, quando ha scritto questa frase sulla sua pagina Facebook: “quanti finti moralizzatori......e se poi si va ben a scavare in ognuno dei presunti duri e puri, ci si accorge quasi sempre, che la regola del duro e puro vale solo per gli altri. Va bene essere degli attenti censori di quanto accade, soprattutto nei confronti di chi gestisce la cosa pubblica, ma prima bisogna vedere cosa succede a casa propria...ad ogni livello: politico, sociale, religioso e soprattutto urbanistico......a Montegranaro in particolar modo. Mi diceva mia nonna che è vissuta 101 anni: "La Messa è per chi la sente" mi permetto di aggiungere più modestamente: "Anche per chi la dice e per chi la serve", a partire dai bastian contrari di casa nostra....”.  Con chiunque ce l’avesse la frase non si addice ad un amministratore che rappresenti tutta la cittadinanza, anche quella che non gli ha votato o che, comunque, lo giudica negativamente. Suona male, traspare rabbia, sembra minacciosa.
La critica è una fatto positivo: rappresenta un momento costruttivo, la conseguenza della speranza di miglioramento. Si sbaglia a preferire il silenzio. Il silenzio, quando non consegue alla perfezione (che non è di questo mondo e certamente non di questo paese) presuppone la disperazione. Io voglio criticare liberamente, senza per questo ricevere insulti (ne arrivano a pacchi, anonimi, sul blog, da parte di “ammiratori" di questa maggioranza e, in particolar modo, del suddetto vicesindaco) e leggere frasi minacciose. Miglioriamo la nostra qualità intellettuale, il rispetto per il cittadino, il nostro concetto di libertà democratiche. Ce la possiamo fare. Coraggio!

Luca Craia