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venerdì 9 dicembre 2016

Finita la festa il centro rimane chiuso



Bella la festa di ieri pomeriggio in centro, a Montegranaro. Artisti di strada, Babbo Natale, bambini festosi per dare il via alle feste natalizie da un punto di vista laico. Una bella festa, dicevamo, che ha portato gente in centro, anche se non tantissima, e ha forse dato una mano ai pochi commercianti della piazza. Però c’è un però: alle 18,30 circa era già tutto finito. Solo che nessuno ha provveduto a rimuovere i paletti che chiudevano la piazza. Idem dicasi con le transenne di viale Gramsci. La piazza è rimasta chiusa fino ale 20 circa, ora in cui una signora ha rimosso di sua iniziativa la transenna. Per viale Gramsci le transenne sono state spostate, sempre da privati cittadini, verso le 22,30. Non è certo così che si favorisce e sostiene i commercianti.  Qualcuno di loro sta già pensando di chiedere i danni al Comune. E sarebbe legittimo.

Luca Craia

venerdì 9 settembre 2016

Il sistematico smontaggio dell’unica scuola a norma di Montegranaro



Probabilmente dipende dal fatto che la dirigente scolastica che regge il nostro IC non è del luogo e non ha alcun sentimento storico o di appartenenza con la città in cui presta la sua opera. Ma dipende anche dalla volontà politica manifesta del Sindaco Mancini, acclarata più volte anche a mezzo stampa con annunci di trasferimenti di altre strutture in quella sede. Fatto sta che continua l’opera di smontaggio, svalutazione e affossamento del plesso scolastico delle elementari centro, le scuole rosse, per capirci.
La precedente dirigenza aveva redatto uno stradario che, quantomeno, poneva i genitori che abitassero nelle zone attribuite al plesso del centro l’obbligo iniziale, ferma restando la possibilità di trasferire i propri figli altrove, di iscriverli nella scuola di appartenenza. Questo agevolava, ovviamente, la creazione di due sezioni. Con la nuova dirigenza non si è dato più valore al criterio geografico e la conseguenza è stata che quest’anno si è potuta organizzare una sola sezione, e con difficoltà, ovviamente a scapito della didattica.
A questa problematica oggettiva va aggiunta quella antica e pregiudiziale relativa alla massiccia presenza di alunni di origine straniera. Ovviamente la scuola del centro raccoglie i bambini dei tanti extracomunitari che vi risiedono e la loro scarsa dimestichezza, almeno nei primi anni, con la lingua italiana, unita a una presenza della famiglia a scuola molto spesso inferiore alle aspettative, genera preoccupazione per un eventuale rallentamento dell’apprendimento generale delle classi. In realtà, però, i dati oggettivi parlano di un livello di istruzione molto alto, il migliore tra i plessi montegranaresi, per cui questo si rivela essere un finto problema.
Quest’anno, ad aggravare ulteriormente la situazione, c’è la decisione di trasferire alcune insegnanti presso altri pressi, impoverendo la scuola del centro e causando una discontinuità nella didattica che diventa ulteriore fonte di malcontento e preoccupazione tra i genitori che già stanno ragionando su eventuali trasferimenti dei loro figli.
Così facendo si va inesorabilmente verso la fine della scuola rossa. Sarebbe un peccato. Lo sarebbe da un punto di vista storico perché è lì che sono andate a scuola generazioni e generazioni di montegranaresi. Sarebbe un peccato da un punto di vista sociale, perché la scuola rappresenta un organo vitale per un quartiere come il centro storico che soffre di gravissimi problemi. Sarebbe un peccato dal punto di vista della didattica, visto che la scuola rappresenta il miglior plesso cittadino. Sarebbe un peccato per la sicurezza, dato che l’edificio in questione è l’unico realmente a norma.
E allora perché si procede in questo scellerato proposito? Per me è inspiegabile. C’è una direttiva politica, è indubbio, e sappiamo quanta influenza il Sindaco abbia sulla dirigente scolastica. Ma le vere motivazioni sfuggono, sembra che si agisca di istinto, con una sorta di rabbia, una specie di desiderio di rivalsa. In tutto questo, probabilmente, il dirigente assume solo un’unica responsabilità: quella di non conoscere Montegranaro, di non amarla, e di agire sulla città come se stesse manipolando un materiale inerte, mentre qui si tratta di persone, storie, vite.

Luca Craia

martedì 19 luglio 2016

La Sindaca Direttrice Didattica decide per conto suo



La decisione, che Il Corriere Adriatico già dà per assunta, di spostare la scuola per l’infanzia all’interno dell’edificio scolastico di via Marconi, le storiche scuole rosse, sancisce ancora di più la volontà di questa amministrazione comunale di far morire di morte lenta e dolorosa il centro storico di Montegranaro. È da tempo che assistiamo a decisioni (o a mancate decisioni) che influenzano e influenzeranno in maniera estremamente negativa il futuro del paese antico, partendo dalla mancata volontà di intervenire sui regolamenti di assegnazione delle case popolari per finire con l’assurdo di deviare il traffico in piazza Mazzini. In mezzo a questi due enormi errori di valutazione (se di errori si tratta) c’è il mancato investimento, una politica per il centro storico che non esiste così come non esiste, se non quando va sul giornale a fare la solita comparsata, l’assessorato al centro storico.
La decisione relativa alla scuola va nella stessa direzione. Anziché cercare soluzioni per poter incrementare il numero degli iscritti verso un plesso che, numeri alla mano, dà risultati eccellenti a livello didattico, si va verso la strada più facile, breve e in discesa: la rinuncia. Il Sindaco rinuncia a qualsiasi intervento e a qualsiasi progetto alzando bandiera bianca: le sezioni sono queste, non ci interessa aumentarne il numero, negli spazi vuoti mettiamo la scuola materna. Questa decisione potrà portare, nel medio-lungo periodo, alla fine del plesso.
Quello che poi balza agli occhi è il fatto che questa decisione non spetterebbe al Sindaco bensì alla Dirigente Scolastica che, però, nell’articolo di giornale non viene mai menzionata. Sarà almeno stata consultata? O il Sindaco ha assunto l’interim mentre questa sta in vacanza? Sappiamo che la dottoressa Mancini è insegnante e abbiamo sempre avuto il sospetto che il suo sogno segreto fosse dirigere la scuola più che il paese. A quanto pare sta riuscendo a fare l’una e l’altra cosa. Complimenti.

Luca Craia