Vedere l’assessore Sciapichetti indignatissimo, che
paventa richieste di risarcimenti danni addirittura di immagine al Consorzio Arcale
dopo aver capito, vivadio, che le SAE sono una fetecchia incredibile, fa contemporaneamente
tenerezza e rabbia. La tenerezza è dovuta al vedere quest’uomo non sapere più
che pesci pigliare, non sapere più cosa inventarsi, arrampicato su specchi
bagnati in una sorta di free climbing destinato al precipizio. Si accorge solo
ora, l’assessore, eppure non è che non ci siano stati segnali: già un anno fa
si parlava di inadempimenti, di scarsa qualità, di problemi anche piuttosto
seri. Ma, a fronte dell’evidenza di una qualità costruttiva meno che ignobile,
sono seguiti una campagna stampa tesa a minimizzare e un’azione correttiva pari
a zero.
Si potevano mandare ispezioni, si poteva pretendere il
rispetto del capitolato, si poteva imporre la qualità ma, a parte qualche
sparata propagandistica sulla stampa, che assomiglia tanto a quella odierna,
non è stato fatto nulla, le SAE sono state consegnate a gente che già è
abbastanza sbattuta di suo, tra deportazioni di massa, situazioni al limite del
disumano, separazioni, disagi e chi più ne ha più ne metta, senza curarsi se
queste fossero abitabili, se avessero potuto ospitare la vita di una famiglia
per un lungo periodo. Si sapeva che non andavano bene, ma sono state consegnate
lo stesso e ad Arcale non è stato fatto nulla.
Non amo fare dietrologia, di solito, di fronte ai
problemi, preferisco chi guarda alla soluzione e al futuro piuttosto chi si
arrovella nella ricerca delle responsabilità. Ma, in questo caso, le
responsabilità sono così evidenti e così grosse che non si può non parlarne, anche
perché qualsiasi soluzione prospettata da questa gente, che da due anni e passa
prende i terremotati per i fondelli, non appare più credibile.
Chieda i danni, allora, Sciapichetti. Ma coi danni non
risolviamo nulla. Invece ci spieghi cosa si vuole fare per dare dignità ai
terremotati a cui è stata consegnata una ciofeca ignobile spacciandola per una
casa, come si vuole fare per dare un’abitazione a chi è stato messo a vivere in
un ammasso di compensati marci, quali prospettive si vogliono dare a queste
persone che hanno provato a tornare a vivere nella loro terra e si ritrovano di
nuovo senza casa, terremotati infiniti. Coi danni che Arcale pagherà, se mai
pagherà, non risolviamo niente.
Luca
Craia
Foto: Picusonline