venerdì 7 settembre 2018

Laura Latini, da silente a iperloquace, si schiera con la Steat contro i Montegranaresi.

Non mettiamo più immagini di Laura Latini per evitare di farla arrabbiare, come accaduto in passato. Mettiamo invece una bella foto tutta rossa nell'intento di farle piacere.

Non abbiamo sentito la voce di Laura Latini per anni, seduta in Consiglio Comunale a votare silentemente i provvedimenti della sua maggioranza senza mai una presa di posizione, una spiegazione, un colpo di tosse al microfono. Ultimamente, invece, la vediamo iperattiva, almeno sulla stampa, a intervenire sui più disparati argomenti, anche quelli che, tutto sommato, non l’hanno toccata in alcun modo, né come Consigliere Comunale né come Segretario del PD montegranarese. Anzi, proprio in questa veste, ci si aspetterebbe che abbia una particolare sensibilità verso i problemi che investono i suoi concittadini.
Invece se ne esce con una netta presa di posizione a difesa della società che gestisce i trasporti scolastici, la STEAT, oggetto di una contestazione ormai di vecchia data ma continua nel tempo circa l’applicazione di una tariffa estremamente svantaggiosa per i Montegranaresi ma vantaggiosissima per le casse dell’azienda di trasporti. La pervicacia con cui la Latini si erge a baluardo della STEAT è stupefacente, sembra quasi una Giovanna D’Arco, e tira fendenti contro l’avversario politico, Mauro Lucentini, tirando addirittura in ballo la Lega che non c’entra nulla in quanto la questione è stata sollevata dal gruppo montegranarese Viviamo Montegranaro che ha sì Lucentini come capogruppo consiliare, ma che non è la Lega. O si fa confusione o si vuole fare confusione.
Non mi metto qui a ribattere le argomentazioni portate avanti dalla Latini, che sembra avere gli stessi problemi in matematica del suo omologo provinciale, quel Fabiano Alessandrini che, guarda caso, è anche presidente di Steat. Non vorrei che, in questa nuova ansia di comunicare, Laura Latini abbia preferito sostenere la causa del partito a discapito di quella della propria città. Ma ci può stare.


Luca Craia