mercoledì 12 settembre 2018

Commissario straordinario per la ricostruzione che non c’è. Congelata la De Micheli, il Governo non ha fretta.


Che la questione terremoto non fosse prioritaria nemmeno per il nuovo governo pare ormai acclarato ma, se ci fosse bisogno di un’ulteriore conferma, basta guardare come ci si sta muovendo per la nomina del nuovo Commissario Straordinario, data la scadenza del mandato della De Micheli. Dopo l’ipotesi dell’incarico a Curcio, fortemente criticato nell’ambiente dei terremotati e non solo proprio perché dava la netta idea di una continuità col passato, ora arriva la notizia del congelamento della scadenza di mandato per l’attuale commissario in attesa della nomina di quello nuovo.
Probabilmente, almeno spero, ci si è resi conto che nominare Fabrizio Curcio sarebbe stato un atto politico autolesionistico, e si è deciso, in extremis, di prendere tempo. Ma questo prendere tempo è un ulteriore prova di quanto la questione sia secondaria rispetto alla tabella di marcia del Governo Conte che, pure, ha avuto tutto il tempo per pensare e produrre una candidatura apprezzabile. Del resto c’erano sul tavolo anche le disponibilità di personaggi del calibro di Giuliano Pazzaglini e Sergio Pirozzi che, seppure con i propri limiti, rappresenterebbero in maniera più concreta le necessità del territorio. Eppure si tergiversa, si cerca la candidatura bipartisan, che magari serva ad addolcire qualche rapporto parlamentare.
Tempo non ce n’è, come non ce n’è mai stato, ma il Governo se lo prende, lo perde, e continua a giocare politicamente sulla pelle dei terremotati come, del resto, hanno fatto i governi precedenti. Intanto, come si rimarca da più parti, sta arrivando un altro inverno, il terzo dal terremoto. E la situazione resta drammatica. Ma interessa poco.

Luca Craia