venerdì 17 agosto 2018

Promuovere i beni culturali con le foto dei visitatori. Questione di intelligenza.

Cosa ruba un turista scattando una foto all'interno di una chiesa o di un museo? Che danno arrecato al patrimonio culturale o all'ente proprietario del bene, pubblicando foto del bene stesso sui social network? È una domanda che molti degli appassionati di arte e storia che, come me, non perdono occasione per visitare e godere del nostro immenso patrimonio culturale, si sono posti. È una domanda che sorge anche con un certo stupore di fronte ai comunissimi divieti di scattare fotografie all'interno di chiese e musei e di luoghi contenenti opere di cui un certo tipo di turismo è ghiotto. 
Lo stupore è dato dal fatto che, come è evidente, scattare foto alle opere, non solo non arreca alcun danno ma, attraverso la  loro pubblicazione sui social network, può portare un immenso beneficio dovuto alla pubblicità gratuita che ne deriva. Il fatto che questi divieti vigano quasi dappertutto indica in maniera chiara quale sia il concetto di promozione e di valorizzazione del nostro patrimonio da parte di chi attualmente lo gestisce e la lungimiranza con cui si opera.
Pochi giorni fa ho visitato per la prima volta la magnifica cattedrale di Anagni, in provincia di Frosinone, nel Lazio. E qui ho avuto la piacevole sorpresa di trovare un cartello che, invece, non solo autorizzava lo scatto delle foto, ma raccomandava di pubblicarle inserendo tag e hashtag per poter promuovere al meglio il sito. Evidentemente qualcuno comincia a capire l'importanza dei social network nella diffusione della cultura e nella sua promozione. Speriamo che la cosa prenda piede.

Luca Craia