martedì 14 agosto 2018

Ci avete lasciato un Paese distrutto. Ora, almeno, tacete.

In un paese civile, in un paese normale, in un paese industrializzato, in un paese che era la quinta potenza economica del mondo, non può crollare un ponte di un'autostrada. Non può crollare un ponte su un quartiere dove vive la gente, non può crollare un ponte su una ferrovia. 
Ma il nostro non è più un paese civile da tanto tempo e, progressivamente, ci hanno rubato la dignità, la sicurezza, la capacità di discernimento, il futuro. Una classe politica, quella che ha governato l'Italia negli ultimi vent'anni, che ha spolpato letteralmente il Paese, lo ha distrutto, ha lasciato solo macerie, morte e distruzione.
Ora quella stessa classe politica di lestofanti e assassini, perché di questo si tratta, dopo avere decerebrato il popolo italiano con la televisione prima e con internet poi, continua a prenderci per i fondelli con questioni di una stupidità insopportabile, tra magliette rosse, tartarughe, chi comanda in televisione, se si possono sposare o non sposare gli omosessuali. Posso proseguire in eterno ma la questione è un'altra: quell'italia che quelli che hanno qualche anno in più ricordano bene, quell'Italia che faceva invidia al mondo, non c'è più, perché una banda di criminali si è impossessata del potere vent'anni fa e ha portato via tutto, lasciandolo solo ponti che cadono, morti, un futuro mai stato così fosco. Ora almeno tacciano, questi delinquenti, smettano di parlare, visto che non possiamo pretendere che smettano di esistere. Spariscano. Non li vogliamo vedere più.

Luca Craia