Sull’utilità per le aree terremotate dell’iniziativa di
Neri Marcorè, sposata in pieno dalla Regione Marche e tanto amata, giustamente
direi, dagli appassionati di musica, Risorgimarche, si può discutere all’infinito.
La mia opinione l’ho espressa più di una volta, facendomi mettere alla berlina
dai fan di Marcorè e da Marcorè stesso. Ma ora non interessa questo punto.
Piuttosto interessa sfatare il mito che Risorgimarche sia un evento gratuito.
Intendiamoci: per il pubblico è gratuito, chi va a vedere i concerti non spende
nulla, e gli stessi artisti si prestano gratuitamente, cosa che rende loro
onore nella convinzione di fare qualcosa di buono per le terre terremotate.
Ma i costi logistici dell’iniziativa non sono coperti
da Marcorè o da sponsor privati come sarebbe facile supporre, bensì dalla
Regione Marche, quindi da noi cittadini. E non sono costi bassi. Se l’anno
scorso l’iniziativa era costata ai cittadini 80.000 Euro, quest’anno quasi si quadruplica, perché la Regione Marche ha stanziato ben 315.000 Euro. Se questo sia
giusto o sbagliato, lascio il dibattito ai lettori. Fatto sta che, quando vi
dicono che è tutto gratis, sostanzialmente, se non mentono, quantomeno dicono
una cosa profondamente inessatta.
Luca Craia