domenica 22 luglio 2018

Marchionne sepolto vivo. Lo vogliono i mercati.

Oggi l'Italia piange Sergio marchionne. Non è morto, ma lo piangiamo già. Morirà, probabilmente a breve, afflitto da una malattia gravissima della quale i comuni mortali normalmente muoiono. Siccome anche lui, nonostante tanto arrabattarsi, nonostante tanto male prodotto, nonostante qualcuno possa pensare che certi personaggi abbiano qualcosa di diverso rispetto a noi che campiamo gli stipendi miseri coi quali certa gente nemmeno ci si paga una cena, noi che dobbiamo spaccare il pelo per pagare l'ultima cartella esattoriale arrivata, è essere mortale, è fatto di carne e ossa come noi, e alla fine gli tocca morire. Probabilmente ha beneficiato di cure che noi plebei nemmeno possiamo immaginare, nemmeno possiamo pensarne l'esistenza, ma morirà. Perché l'uomo muore. E quando un uomo muore merita comunque il massimo rispetto.
A Marchionne è mancato il rispetto. Dopo una vita di ostentata potenza, arriva alla fine e viene sepolto ancora vivo, benché sicuramente destinato a fine celere, perché i mercati, l'azienda, la politica hanno bisogno di buttarlo nella spazzatura quanto prima. Non c'è tempo per aspettare che l'uomo Marchionne muoia di morte naturale. Gli si deve dare prima e urgentemente la morte virtuale. Lo hanno fatto i suoi datori di lavoro, che con le sue manovre assassine di lavoratori e mercato hanno tratto incommensurabili profitti, lo hanno fatto i politici sempre più idioti, poveri, distanti da ogni contatto con la realtà e l'umanità.
Marchionne morirà stanotte, domani, tra qualche giorno , magari, per qualche miracolo riservato ai ricchi col maglioncino, potrà vivere ancora più a lungo. Il suo mondo, però, ha deciso che è già morto. E questa è una cosa raccapricciante. Talmente raccapricciante che lo stesso Marchionne sicuramente sarà in grado di comprenderla e forse condividerla. Lasciatemi però immaginare un lembo di umanità nell'uomo stesso o nella sua famiglia capace di indignarsi quantomeno di questo orrore indicibile al quale sembriamo tutti pronti ad assuefarci.
Buon viaggio Sergio, le ostilità finiscono qui. 

Luca Craia