martedì 26 giugno 2018

E così anche Amendola ci lascia e si unisce al gruppo che se ne va. Faranno un barcone per emigrare in Libia?

Mi spiace molto che Claudio Amendola voglia andarsene dall’Italia, non voglia più far parte di questo Paese che, pure, gli ha pagato da mangiare e lo ha reso quello che è fino a oggi. Mi rattrista, perché mi piace come attore, mi è simpatico, è pure romanista come me. 
E mi dispiace anche e soprattutto perché dice che non vuol più far parte di questo Paese perché la stragrande maggioranza degli altri che ne fanno parte non la pensa come lui, e questo è stupido, e io, invece, credevo che Amendola fosse intelligente. È stupido, perché non analizza i motivi di questo sentimento, non capisce che in esso c’è anche un desiderio di giustizia universale che investe anche la dignità di chi arriva in questo Paese con nuove speranze e si ritrova a ingrassare malavita, sfruttatori e gente con pochi scrupoli. Ma pazienza: se Amendola vuole andare via, non sarò io a fermarlo. Me ne farò una ragione e mi riguarderò qualche suo bel film.
A questo punto cominciano a essere tanti quelli che se ne vogliono andare o, quanto meno, quelli che promettono di farlo. E, se dovessero farlo tutti davvero, mantenendo i buoni propositi ed evitando di seguire il cattivo esempio di Matteo Renzi, che più volte ha promesso di andarsene, di lasciare la politica, di liberarci del fardello della sua presenza, ma mai ha mantenuto, allora varrebbe la pena di organizzarsi tutti insieme, per risparmiare, fare un viaggio piacevole e, magari, trattare sul prezzo. Già me li vedo: schiere di radical più o meno chic su un bel gommone diretto in Libia, intercettato da qualche nave ONG che poi li porti a Tripoli dove sicuramente verrà organizzato un bel centro di accoglienza per i rifugiati ex Italiani. Auguri a tutti, buon viaggio. Mandateci una cartolina.

Luca Craia