venerdì 1 giugno 2018

Durc irregolare e lo Stato ti rovina. Succede a Fermo (ma un po’ dappertutto)


Eccolo lo Stato italiano, quello che sostiene i cittadini e li aiuta in questa fase congiunturale terribile, quello lungimirante, che sa che, per far ripartire l’economia, deve partire dagli spiccioli, dal basso, dal dare la possibilità alla gente di campare. Quello che succede a Fermo, riportato stamattina dal Corriere Adriatico, è raccapricciante eppure di una normalità assurda e inaccettabile. Un commerciante ambulante risulta non essere in regola col DURC, che poi sarebbe il certificato che attesta la regolarità dei tuoi adempimenti fiscali, prima fra tutti con l’amichevole INPS e, per questo motivo, il Comune di Fermo lo minaccia di revocargli lo stallo al mercato, il suo posto, il luogo dove lavora e dove cerca di produrre quei soldi che serviranno a pagare quelle rate in cui è rimasto indietro.
È facile non essere in regola col DURC, basta non pagare una rata o due dei contributi fissi, quelli che lo Stato vuole comunque, sia che guadagni sia che non guadagni. Ed è facile non pagare una rata o due, è facile, in questo momento particolare, che non si guadagni, che ci siano periodi di magra. Il commerciante non è come chi scrive le leggi, che a fine mese ha il suo corposo stipendio accreditato sul conto corrente. Il commerciante non ha nemmeno la certezza se, a fine mese, gli rimarrà qualcosa in tasca, una volta pagate le spese e i vari cappi imposti da Stato e Comuni.
Il commerciante, di solito, ci prova a pagare tutto, anche perché, se non paghi e sei italiano, in regola con tutte le iscrizioni e paghi regolarmente le tasse, non sfuggi alle maglie del fisco, non è come per certe aziende gestite da stranieri, per esempio Cinesi, che on pagano nulla, chiudono una volta ogni due anni e il fisco non ne ha traccia. Il commerciante italiano, ditta individuale, codice fiscale personale, non può che essere in regola e se salta una rata dell’INPS lo Stato non perdona.
Lo Stato, anziché aiutarti, darti modo di tornare in paro, sostenerti nel momento di difficoltà per fare in modo che tu torni a essere un contribuente efficiente e regolare, ti sega le gambe, ti ammazza commercialmente e anche un po’ umanamente, peggio di uno strozzino. Quello Stato che col Cinese chiude un occhio, spesso anche tutti e due, con l’Italiano è implacabile, gli toglie la possibilità di riprendersi. È un comportamento assurdo, oltre che disumano; è un comportamento che, oltre a massacrare il cittadino, è autolesionista per le casse dello stato perché in questo modo quel commerciante, quel cittadino, non produrrà più ricchezza e non pagherà più le tasse. Così non si esce dalla crisi, così non si sostiene il popolo, così si sprofonda e basta.

Luca Craia