È fin troppo facile fare un parallelo tra quanto è successo a
Fermo, all’Istituto Montani, come sarebbe facile, del resto, farlo con
qualsiasi paese d’Italia, visto che circa l’80% degli istituti scolastici non
rispettano i requisiti minimi di legge in termini di efficienza sismica. Ma ad
accomunare Montegranaro a Fermo e, nella fattispecie, il Sindaco di Montegranaro
al Presidente della Provincia di Fermo è l’atteggiamento tenuto di fronte al
rischio nelle strutture scolastiche.
Infatti, così come Moira Canigola tende, sin dal primo momento
post crollo, a minimizzare l’accaduto e a tranquillizzare i cittadini circa una
sicurezza che, con ogni evidenza, non c’è, anche Ediana Mancini, pur sapendo
che nessuna scuola montegranarese è in possesso di un certificato che attesti
il coefficiente di rischio sismico eccetto quella di Santa Maria che risulta
estremamente lontana dai minimi di sicurezza, continua a mandare i ragazzi a
scuola affermando che rischi non ce ne sono.
Rischi non ce n’erano nemmeno all’Itis di Fermo, secondo la
Canigola, eppure il tetto è crollato e solo per un miracolo, o per una fortunata
combinazione di eventi, non c’è stata una strage. I tetti crollano, a quanto
pare, anche se una scuola a norma dovrebbe fornire sufficienti garanzie di
sicurezza e, a rigor di logica, se un tetto crolla è evidente che la sicurezza
non c’è. Anche le scuole di Montegranaro sono state dichiarate tutte agibili
dopo il terremoto, ma dire, affermare con certezza, che siano sicure equivale
ad assumersi responsabilità pesanti. Fossi nei panni del Sindaco di
Montegranaro ci starei molto attento.
Luca Craia