venerdì 11 maggio 2018

Il deltaplano bombardiere



Quanti danni può fare un deltaplano? Nessuno, direte, a parte il danno di cascare per terra col suo conducente. Eppure c’è un deltaplano che è stato utilizzato per bombardare e sbrindellare tutta una linea di difesa che qualcuno considerava nemica, forse a ragione, e che, comunque, combatteva da quasi due anni a favore di una categoria di persone, poche persone, per la verità, in rapporto a un’intera popolazione nazionale, che sono state vessate, deturpate, massacrate dallo Stato in tutti i modi: i terremotati.
La faccenda del cosiddetto deltaplano di Castelluccio è riuscita dove mesi e mesi di disinformazione pilotata, di attacchi sui social, di trolling organizzato non sono riusciti: smembrare l’informazione libera e indipendente. Da quando è esplosa l’ultima polemica sul non-centrocommerciale di Castelluccio, molti di coloro che affiancavano i terremotati nella loro quotidiana lotta per sopravvivere alla burocrazia e allo Stato vessatore hanno mollato, hanno tirato i remi in barca, hanno smesso di lottare se non con qualche puntata sporadica. Io personalmente l’ho fatto: dopo quasi due anni di scrivere quotidiano, cercando di dare voce a chi voce non ha, almeno sulla grande informazione nazionale, cercando di dare quel punto di vista che manca, di colmare quel buco che fa in modo che la maggioranza degli Italiani pensi che, nel centro Italia, dopo il terremoto, sia quasi tutti risolto, ho capito che non poteva più funzionare. E vedo che sono in molti ad aver, se non smesso, allentato molto la lotta.
La spiegazione è semplice: non si può lottare contro quelli per i quali lotti. L’impegno messo fin qui è stato sempre e solo finalizzato al bene di queste genti sofferenti ma, quando sono le stesse genti a chiederti di smettere, perché convinte che, nella tua lotta, stai danneggiando loro, allora ti devi fermare, anche se sei convinto che non è così, che stai ancora andando verso la giusta direzione. Questo è accaduto col deltaplano: gli stessi terremotati hanno detto basta, hanno reagito contro chi, anche il quel caso, lavorava per il loro futuro, hanno scelto un futuro immediato, secondo me profondamente sbagliato, piuttosto che un futuro giusto e duraturo ma che richiedeva ancora di lottare, di non mollare il colpo.
Non si può lottare contro quelli per i quali lotti, anche se hai ragione, anche se vorresti farglielo capire. E qui sta il capolavoro di chi ha programmato la desertificazione, la quadratura del cerchio: annullare il dissenso col dissenso. Non è tanto la minaccia di azioni legali da parte di Alemanno, Sindaco di Norcia, che si scaglia contro chi, fino al giorno prima, lo difendeva. È la richiesta dei Castellucciani, e quella a seguire di altri terremotati, di spegnere il megafono, di comprendere, come se non avessimo compreso, di lasciarli gestire il loro destino. Ho scelto di farlo, anche se convinto che non stiano facendo la cosa giusta, ma devo rispettarli, per lo stesso motivo per cui ho lottato per loro fino a oggi. E, a quanto vedo, sono in molti ad aver scelto come me. E chi se ne avvantaggia è chi vuole lo spopolamento, vuole l’acqua, vuole la Disneyland dei Sibillini. Ci sta riuscendo.

Luca Craia