giovedì 17 maggio 2018

I terremotati si accorgono di non esserci. Ma è da molto che non ci sono.


Trovo bizzarro che la signora Alessia Morani, deputato del Pd eletto nelle Marche, quindi direttamente coinvolta o, almeno, così dovrebbe essere, nelle vicende che accompagnano i Marchigiani terremotati dispersi tra montagne di scartoffie, ordinanze, divieti, vessazioni e prese in giro di varia natura, si accorga solo oggi che i terremotati, appunto, non sono tra le priorità del Governo. Lo trovo bizzarro perché, prima di tutto, il Governo ancora non lo abbiamo, è tutta da vedere, come sono da vedere le priorità dell’eventuale esecutivo che potrà nascere, si spera, a breve.
Solo ora se ne accorge, la signora Morani, del fatto che i terremotati siano tutto meno che prioritari. Non lo sono mai stati, nemmeno per i Governi targati Pd, il partito della stessa onorevole marchigiana, che hanno fin qui gestito l’infinita emergenza. E, al momento, non sembra proprio che siano una priorità per quello a venire.
E ci sta, visto che nemmeno per gli stessi terremotati la priorità sono i terremotati. Per loro le priorità sembrano essere altre: ci sono più comitati che terremotati, tanto per dirne una, e non si vogliono affatto bene tra loro, anzi, non perdono occasione per sputarsi un po’ di veleno addosso a vicenda. Poi ci sono gli interessi personali, economici, politici, di semplice visibilità. Poi ci sono gli interessi particolari, di comunità, che non sempre collimano con quelli di altre comunità.
Tutto questo ha generato un clima che sta facendo scappare a gambe levate i pochi rimasti a raccontare la storia com’è, a dire agli Italiani che, nelle zone del terremoto, le cose non stanno affatto andando bene come ci vogliono far credere. E se gli stessi terremotati non sono in grado di stabilire le priorità, di mettere davanti l’interesse comune, di ragionare con una visione d’insieme diversa per la loro terra e per il suo futuro, che cosa vuoi che glie ne importi al Pd, alla Morani, a Di Maio o a Salvini? Semmai si rifaranno vivi alle prossime elezioni. A raccogliere voti e applausi, come sempre.

Luca Craia