martedì 1 maggio 2018

Emanuele 38 anni dopo

Maledetto 2 maggio 1980. Emanuele perse la corriera e si fece portare a Monte San Giusto dal padre, Eleuterio, per cercare di prenderla in corsa. Eleuterio perse il controllo della sua 131 arancio lungo la provinciale tra Montegranaro e Monte San Giusto e finì di sotto.
Notai la sua assenza alla fermata della corriera, quella fermata che l'autista Domè aveva accordato solo a noi quattro, io, Emanuele, il suo amico del cuore Giampietro e Franco, davanti la porta della vecchia fabbrica di Botticelli. La condividevamo raccontandoci, chiacchierando, spartendo esperienze. Ma quella mattina Emanuele non c'era. Starà male, avrà esagerato il Primo Maggio.
Emanuele era diventato una specie di fratello maggiore per me, tre anni più piccolo di lui, sbattuto sulla corriera Montegranaro-Macerata a fare le medie ai Salesiani. Emanuele mi faceva la guardia, anche se non glielo aveva chiesto nessuno. Mi conosceva da tempo, in parrocchia, tra i focolarini e poi al minibasket, e per lui, ragazzo di enorme cuore, era la cosa più normale proteggermi dai più grandi.
Chi pensava  che avesse perso la corriera? Chi pensava stesse correndo via dalla vita? Giampietro mi disse: dormirà. Mamma, che sapeva quanto gli volessi bene, quando tornai a casa, quel maledetto 2 maggio dell'80, non disse nulla ma mi abbracciò talmente forte da farmi male. Poi me lo disse: Emanuele non c'è più.
Non c'è più da un sacco di tempo. È stato il primo immenso, grande, incolmabile, inspiegabile dolore della mia vita. E ancora lo è,  dopo 38 anni. La vita è fatta di grandi dolori. Dopo la morte di Emanuele mi è toccato tollerarne tanti altri, troppi. Compresa quella mamma che mi abbracciò allora o quel padre che, in silenzio, mi accompagnò a salutarlo per l'ultima volta. 
Si cresce col dolore, non solo con la gioia. Ma Emanuele è stato mia guida per un sacco di tempo, mi sono ispirato a lui durante la mia adolescenza, chiedendomi cosa avrebbe fatto lui in questa o quella situazione. E sta nel mio cuore, ora come allora, ora che ho più o meno l'età di suo padre, l'amatissimo Eleuterio, quando lui se ne andò,  ora che capisco molto meglio il dolore di suo padre e di sua madre.
Scusate per questa divagazione personale, ma per me il 2 maggio è una data importante e mi piace ricordarla, con un po' di dolore e tanta nostalgia per quel sorriso perso ma eterno nei ricordi.

Luca Craia