sabato 12 maggio 2018

Centro storico: il progetto prende corpo. La sinergia continua ma i tempi sono lunghi. Avanti nella condivisione.


Sta prendendo corpo l’idea che Beverati si sta facendo su come intervenire sul centro storico di Montegranaro. Siamo ancora in fase embrionale, nonostante l’incarico di progettazione sia stato affidato da quasi un anno, ma il problema è antico ed estremamente articolato, impossibile da dipanare in breve tempo. Ed è proprio questo il limite di Beverati: il tempo. La scadenza del suo mandato è vicina, meno di dodici mesi, e in così poco è impensabile si possano mettere in campo interventi risolutivi: si è atteso troppo per mettere le mani sul problema dei problemi per Montegranaro. Ma ci si è messo mano, e niente non è.
Ieri sera, presso il Municipio, si è tenuto il tanto sospirato incontro tra l’AgenziaRes e l’architetto Giovanna Paci, che stanno lavorando sul progetto per conto del Comune, e i rappresentanti delle tre associazioni che si occupano di centro storico: Andrea Francescetti per Città Vecchia, Simone Perticarini per Il Labirinto e il sottoscritto per Arkeo, alla presenza dell’assessore Giacomo Beverati. In un clima estremamente costruttivo e collaborativo sono state illustrate le prime fasi di raccolta dati: alcune analisi demografiche relative alle residenze ufficiali nel quartiere, spacchettate per nuclei familiari, fasce di età ed etnie, informazioni fondamentali per mirare il tiro per quanto riguarda la parte sociale del progetto, parte che riveste un ruolo importante. Più importante, comunque, e propedeutico a tutti, l’intervento che dovrà essere pensato in termini urbanistici, che comprenda il recupero immobiliare, abitativo, della viabilità e dei servizi.
Siamo in fase embrionale, dicevo, ma quello che si sta formando è un progetto interessante, che sta andando fondamentalmente nella giusta direzione. I tre rappresentanti delle Associazioni hanno coralmente presentato le loro perplessità circa il concetto di cohousing, sul quale si sta ragionando per le soluzioni di inclusione sociale che, inserite nel contesto particolare del centro storico montegranarese, appaiono difficili da percorrere per via dell’estremizzazione della situazione a livello di illegalità. Ma può essere una buona base di partenza. Per la parte urbanistica, invece, il primo abbozzo di progetto sembra essere ben mirato, individuando le aree più critiche e dove intervenire prioritariamente, per step e blocchi abitativi. Manca ancora il come intervenire e con quali soldi, cosa non da poco, ma almeno ci si sta facendo un’idea di come muoversi.
Nei prossimi giorni le Associazioni si attiveranno, sulla base dei dati forniti dai soggetti che stanno progettando, per la verifica degli stessi e la loro integrazione con informazioni pratiche, quelle che esulano dai dati ufficiali e anagrafici e che sono presenti e importanti. Rimangono sul tavolo le richieste, mosse oltre un anno fa, di interventi immediati, prima fra tutte quella dell’istituzione di una ZTL monitorata tramite telecamere, interventi da attuare nell’immediato.
In conclusione, esiste la consapevolezza che i tempi sono molto lunghi e che, nel periodo di consiliatura rimasto, si potrà riuscire forse a completare la fase progettuale e a mettere in campo alcuni piccoli interventi, magari anche su stabili pericolanti. L’impostazione del progetto, però, così come appare in questa prima fase, sembra andare nella giusta direzione e, anche se sarà difficile metterlo in campo nel corso dall’attuale amministrazione, si dovrà fare in modo che sia condivisibile per chiunque vinca le prossime elezioni e, quindi, essere proseguito, cosa fondamentale per non perdere ulteriormente tempo. Perchè questo accada, però, è fondamentale che sia realizzato condividendo le scelte e ponendo la massima attenzione verso le reali istanze e le problematiche concrete della popolazione, in questo contesto espresse proprio dalle tre associazioni.

Luca Craia