Sta prendendo corpo l’idea che
Beverati si sta facendo su come intervenire sul centro storico di Montegranaro.
Siamo ancora in fase embrionale, nonostante l’incarico di progettazione sia
stato affidato da quasi un anno, ma il problema è antico ed estremamente
articolato, impossibile da dipanare in breve tempo. Ed è proprio questo il limite
di Beverati: il tempo. La scadenza del suo mandato è vicina, meno di dodici
mesi, e in così poco è impensabile si possano mettere in campo interventi
risolutivi: si è atteso troppo per mettere le mani sul problema dei problemi
per Montegranaro. Ma ci si è messo mano, e niente non è.
Ieri sera, presso il
Municipio, si è tenuto il tanto sospirato incontro tra l’AgenziaRes e l’architetto
Giovanna Paci, che stanno lavorando sul progetto per conto del Comune, e i
rappresentanti delle tre associazioni che si occupano di centro storico: Andrea
Francescetti per Città Vecchia, Simone Perticarini per Il Labirinto e il
sottoscritto per Arkeo, alla presenza dell’assessore Giacomo Beverati. In un
clima estremamente costruttivo e collaborativo sono state illustrate le prime
fasi di raccolta dati: alcune analisi demografiche relative alle residenze
ufficiali nel quartiere, spacchettate per nuclei familiari, fasce di età ed
etnie, informazioni fondamentali per mirare il tiro per quanto riguarda la
parte sociale del progetto, parte che riveste un ruolo importante. Più
importante, comunque, e propedeutico a tutti, l’intervento che dovrà essere
pensato in termini urbanistici, che comprenda il recupero immobiliare,
abitativo, della viabilità e dei servizi.
Siamo in fase embrionale,
dicevo, ma quello che si sta formando è un progetto interessante, che sta
andando fondamentalmente nella giusta direzione. I tre rappresentanti delle
Associazioni hanno coralmente presentato le loro perplessità circa il concetto
di cohousing, sul quale si sta ragionando per le soluzioni di inclusione sociale
che, inserite nel contesto particolare del centro storico montegranarese, appaiono
difficili da percorrere per via dell’estremizzazione della situazione a livello
di illegalità. Ma può essere una buona base di partenza. Per la parte
urbanistica, invece, il primo abbozzo di progetto sembra essere ben mirato,
individuando le aree più critiche e dove intervenire prioritariamente, per step
e blocchi abitativi. Manca ancora il come intervenire e con quali soldi, cosa
non da poco, ma almeno ci si sta facendo un’idea di come muoversi.
Nei prossimi giorni le
Associazioni si attiveranno, sulla base dei dati forniti dai soggetti che
stanno progettando, per la verifica degli stessi e la loro integrazione con informazioni
pratiche, quelle che esulano dai dati ufficiali e anagrafici e che sono
presenti e importanti. Rimangono sul tavolo le richieste, mosse oltre un anno
fa, di interventi immediati, prima fra tutte quella dell’istituzione di una ZTL
monitorata tramite telecamere, interventi da attuare nell’immediato.
In conclusione, esiste la
consapevolezza che i tempi sono molto lunghi e che, nel periodo di consiliatura
rimasto, si potrà riuscire forse a completare la fase progettuale e a mettere
in campo alcuni piccoli interventi, magari anche su stabili pericolanti. L’impostazione
del progetto, però, così come appare in questa prima fase, sembra andare nella
giusta direzione e, anche se sarà difficile metterlo in campo nel corso dall’attuale
amministrazione, si dovrà fare in modo che sia condivisibile per chiunque vinca
le prossime elezioni e, quindi, essere proseguito, cosa fondamentale per non
perdere ulteriormente tempo. Perchè questo accada, però, è fondamentale che sia
realizzato condividendo le scelte e ponendo la massima attenzione verso le
reali istanze e le problematiche concrete della popolazione, in questo contesto
espresse proprio dalle tre associazioni.
Luca Craia