lunedì 23 aprile 2018

Una proposta per dividere il cratere, sindaci prendetevi la responsabilità – di Sibilla Onorati


Si è tenuta sabato scorso una visita nella zona rossa di Camerino ed un successivo incontro tra i sindaci della zona montana ed i parlamentari. In sostanza dai sindaci è giunta ancora una volta la richiesta di rivedere il cratere, prevedendo una zona al suo interno che raccolga la manciata di comuni in cui tutto è distrutto, quella che si potrebbe definire il “cratere nel cratere”. Da Camerino si apre la porta di un mondo che non c'è più. Centri storici chiusi e silenziosi, come Camerino, Visso e Castelsantangelo, disastrati e deserti come Pieve Torina e Muccia, Valfornace, e altri piccoli centri dell'entroterra, che hanno perso la piazza fisica dove riunirsi, quei piccoli luoghi d'ascolto quotidiano che sono botteghe e negozi, solo parzialmente sostituiti dalle nuove zone commerciali rinate grazie ai container, ai margini delle aree Sae.
Su questa ipotesi di lavoro, nemmeno lontanamente concretizzata in atti scritti, ma oggetto di una semplice apertura verbale da parte del commissario alla ricostruzione Paola De Micheli, da diversi giorni scorrono fiumi di inchiostro. Cratere sì, cratere no, c'è chi si chiama fuori a priori, chi opera distinguo, chi è scettico, chi la vede come la panacea per i problemi attuali. Al momento però con un governo lungi dall'essere formato, non appare immediata la discussione parlamentare di un provvedimento che si annuncia complesso e rischia le forche caudine di possibili contrasti con le normative già in vigore.
I parametri per provvedere ad una differenziazione esistono già, come ha ricordato oggi pomeriggio in un suo esaustivo post sui social Emanuele Tondi, sindaco di Camporotondo, che nella diatriba tra primi cittadini ha tentato di fare da paciere. “Per quanto riguarda i danni subiti dai Comuni, è da tempo disponibile il rapporto macrosismico della Dpc (Dipartimento protezione civile). Il rapporto è un documento ufficiale redatto da esperti e su base scientifica. Oltre al capoluogo vengono classificate anche le frazioni", scrive Tondi sul suo profilo (leggi il documento
A partire dal ragionamento su dati oggettivi, per presentare una proposta completa ed esaustiva dovrebbe essere convocato un tavolo di lavoro formato in primis da tecnici e poi da un ampio livello di rappresentanza amministrativa. Da mesi i territori colpiti dal sisma chiedono a gran voce un cambio di passo e maggiori responsabilità per gli amministratori locali, ora che il commissario ha dato apertura su una proposta, che ha anche detto deve provenire dalle zone colpite, chi ha un ruolo istituzionale ha l'occasione di mostrare che una "delocalizzazione" nelle responsabilità della gestione post sisma, può essere davvero la strada giusta per ottenere questo obiettivo.


Sibilla Onorati