martedì 17 aprile 2018

Torniamoaussita denuncia. Messe in sicurezza: poche, lente, costosissime.


Torniamoaussita è una delle tante pagine Facebook sorte per monitorare quanto accade nel post terremoto del centro Italia. In particolare, questa pagina si osserva, con dovizia di particolari e con una buona preparazione tecnica, l’evoluzione della situazione a Ussita, paese che, tra le tante disgrazie, ha anche quella di essere commissariato dopo le dimissioni del Sindaco Rinaldi. È proprio su questa pagina che ho trovato, segnalata da un lettore, un’osservazione estremamente interessante che riguarda, ovviamente, il Comune di Ussita ma che può servire da spunto di ragionamento per ogni paese terremotato.
Le messe in sicurezza, a Ussita come ovunque, sono poche, procedono lentamente e costano un botto. Questo a causa delle normative estremamente stringenti ma anche delle indicazioni fornite dai Gruppi Tecnici di Sostegno, istituiti dalla Protezione Civile per sostenere e agevolare il lavoro dei tecnici privati e degli Uffici Tecnici Comunali ma che si sono rivelati un ulteriore cappio che rallenta le procedure.
Il quadro fornito riguardo il Comune di Ussita è disarmante: a fronte di 350 messe in sicurezza di edifici da effettuare, a oggi ne risultano messe in opera soltanto 97, delle quali completate solo 35. Un numero estremamente esiguo che fa pensare che, per terminare solo questo tipo di intervento preliminare occorreranno almeno altri due anni. E parliamo solo di interventi propedeutici alla ricostruzione, non della ricostruzione stessa. Quindi i tempi rischiano di diventare biblici.
Gli amministratori della pagina, inoltre, indicano i costi di tali interventi e forniscono cifre allarmanti, per quanto esemplificativi. Secondo loro, infatti, una messa in sicurezza per uno stabile di 140 metri quadrati costerebbe 110.000 Euro, a cui aggiungere ulteriori 60.000 Euro per le spese di ripristino e riparazione, per un totale di 170.000 euro.  Sono costi abnormi, che superano probabilmente quelli di abbattimento e ricostruzione che, sempre secondo la pagina, per lo stesso stabile si aggirerebbero sui 150.000 Euro complessivi. Evidentemente qualcosa non va.
Il punto è che la messa in sicurezza è fondamentale per far partire la ricostruzione e va fatta in fretta, in quanto ci sono tantissimi edifici che hanno subito danni lievi ma, essendo adiacenti ad altri stabili fortemente danneggiati, non solo non sono accessibili ma rischiano di essere a loro volta coinvolti in eventuali nuovi danni dei vicini. Ovviamente il tutto sta rallentando se non bloccando qualsiasi intervento di ricostruzione vera.
I dati forniti sono di parte, ciò sia chiaro. Ma, se confermati, sono davvero preoccupanti. E la situazione negli altri paesi colpiti dal terremoto non sembra migliore. Salvo smentite che stravolgano l’interpretazione fornita da Torniamoaussita, credo che siamo di fronte a uno dei motivi principali per i quali la ricostruzione, leggere o pesante, pubblica o privata, non parte.

Luca Craia