mercoledì 18 aprile 2018

Prigionieri delle manifestazioni. Organizzare rispettando i residenti.


Voglio esprimere totale e piena solidarietà a Giuseppe Vesprini che, come recita il Corriere Adriatico di oggi, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica perché, ogni qualvolta vengono organizzate delle manifestazioni nell’area del centro sportivo La Croce di Montegranaro, lui e la sua famiglia si ritrovano prigionieri in casa. Questo accade in quanto il nostro amico vive in un fabbricato posto esattamente sotto il complesso sportivo, dal quale si esce tramite una stradina che si immette nell’anello che circonda gli impianti, univa via di uscita dalla loro proprietà. Quando, e succede spesso, ci sono eventi che impegnano la strada interna al complesso, è evidente la difficoltà se non l’impossibilità di esercitare la propria libertà di muoversi. 
L’ultimo evento, la manifestazione di auto d’epoca dello scorso fine settimana, organizzato dal Comune e dal Rotary Club locale, insieme al CAEM, deve aver fatto funzione di goccia che trabocca il vaso e Peppe è esploso. Giustamente, direi, anche in considerazione di quanto Giuseppe denuncia, ossia della pericolosità di far correre delle auto per una strada stretta in cui, capitasse qualcosa, il rischio di veder piombare un veicolo nel giardino di casa non era per niente remoto.
È tutto vero quello che dice Vesprini: oltre ai disagi legati alle manifestazioni, la strada che collega gli impianti con la principale è un viottolo stretto e non asfaltato che si immette direttamente sulla principale intersecando un’altra strada che proviene dalla bocciofila, creando una situazione estremamente pericolosa. Insomma, ci sono un sacco di motivi di scontento per Vesprini, ma la sua cattività dovuta alle manifestazioni non è un fatto isolato.
Lo sanno bene nel centro storico, quando si chiude dentro puntualmente chi ci vive ogni qualvolta c’è qualcosa in piazza, mettendo un divieto molto anticipato che non esclude i residenti che, pure, non creano alcun fastidio alla manifestazione perché vanno altrove. Lo sanno i commercianti di viale Gramsci, vittime proprio in questi giorni di divieti a oltranza, immotivati e dannosi, per una semplice potatura di piante.
Insomma, troppo spesso di fanno ordinanze, si dispongono divieti e chiusure, senza curarsi degli effetti di queste disposizioni su chi vive in quelle aree. Eppure basterebbe poco: un po’ di attenzione ai particolari e di rispetto per le persone.

Luca Craia