mercoledì 11 aprile 2018

Il pericolosissimo Risiko del Mediterraneo. Il Parlamento italiano si esprima subito. Trump rischia la vita.


È una spirale pericolosissima quella che si è innescata nel mediterraneo, al largo del medio-oriente, dopo i presunti e mai provati bombardamenti chimici attribuiti al regime siriano di Assad. Si tratta di una situazione estremamente sul piano militare, mentre si gioca sul piano diplomatico presso le Nazioni Unite con un incrocio di veti che sta paralizzando ogni tentativo di mediazione, tra chi vorrebbe una risoluzione ONU contro la Sira, proposto dalla NATO sempre più suddita degli USA di Trump, e chi chiede, credo seguendo una logica piuttosto stringente, che si mandino ispettori terzi a verificare l’effettivo uso di armi chimiche, come la Russia di Putin. In questo frattempo si spostano navi, si fanno provocazioni pericolose, si gioca alla guerra portando il tutto a un limite che rischia di diventare un vicolo cieco per tutti.
Una situazione che somiglia molto a quella irachena che portò alla destituzione e all’uccisione di Saddam, ma che, in questo caso, è decisamente più pericolosa perché, se la Russia, in quel caso, lasciò fare, ora è ben decisa a opporsi con ogni mezzo, spalleggiata dalle astensioni all’Onu della Cina che, sul piano militare, però, si sta silenziosamente schierando di fianco a Putin. L’ostinazione con cui Trump sta portando avanti la sua politica estera aggressiva e, diciamolo, piuttosto cieca, rischia di portare l’intera questione oltre ogni limite di recupero.
È stupefacente l’atteggiamento succube dell’Europa, dalla posizione prona e zerbinesca della Gran Bretagna al silenzio di Francia e Germania. L’Italia ha un nuovo Parlamento che deve esprimersi con urgenza sulla questione, augurandoci che venga rispettata almeno oggi la nostra Costituzione che ripudia la guerra, così vediamo se la nuova politica italiana è diversa o no da quella vecchia.
Il punto è che, probabilmente, nemmeno gli Stati Uniti sono disposti a seguire fino in fondo la sfida guerrafondaia del Presidente. E qui mi viene da supporre uno scenario che credo non sia poi così fantapolitico. Trump non può essere destituito, ma può essere eliminato. Fossi in lui eviterei macchine scoperte e non andrei a Dallas.

Luca Craia