venerdì 27 aprile 2018

Il deltaplano del deserto. La strategia del terremoto prende corpo.

Se qualcuno si fosse chiesto il perché, secondo chi ha teorizzato la cosiddetta "strategia della desertificazione", tra cui il sottoscritto, chi ha gestito l'emergenza infinita e perdurante del terremoto volesse svuotare di vita i luoghi colpiti dal sisma, oggi ha la risposta nelle foto pubblicate dall'ANSA che ritraggono l'enorme orribile ferita alla montagna inferta dalla spianata destinata a sorreggere il cosiddetto "deltaplano", il centro commerciale che dovrebbe ospitare le attività dislocate di Castelluccio ma che è voluto, finanziato e gestito da una super-multinazionale. Metri cubi di calcestruzzo, metri quadri di orrore in mezzo a uno dei luoghi più belli di Italia. 
Si è riusciti a stendere quella crosta di cemento perché non c'era popolazione a vigilare. Si è riusciti a infliggere questo squarcio sanguinante perché prima si è provveduto a svuotare l'area di esseri umani. Mentre si abbattono casette di legno e si minacciano gli abitanti di terribili azioni legali per aver chissà come deturpato il paesaggio con innocue minuscole costruzioni, alle falde del Vettore si spacca, squarta, massacra il territorio con una tranquillità talmente assoluta che spiega tutto.
A che serve desertificare? A fare questo. Prepariamoci al peggio.

Luca Craia