giovedì 19 aprile 2018

I terremotati divisi sono il sogno di chi ha progettato la desertificazione



Divide et impera, dicevano gli antichi Romani. Gli antichi Romani sapevano bene come dominare la gente, erano abilissimi e hanno fatto scuola. Oggi, evidentemente, c’è chi ha imparato molto bene la lezione e sa l’importanza di avere un popolo diviso, litigioso, pronto alla pugna anche con chi pensa allo stesso modo ma magari lo dice in modo diverso, lo fa in modo diverso o, semplicemente, ha un’idea per primo. Il caso dei terremotati è lampante: divisi in mille comitati e comitatini, si accusano a vicenda di strumentalizzazioni fantomatiche senza spiegare, però, il pro della presunta strumentalizzazione.
Fatto sta che ci si divide su tutto, si fanno i gruppetti coi capetti come a scuola e ci si guarda in cagnesco, pur dicendo esattamente le stesse cose, pur volendo esattamente le stesse cose, pur puntando tutti allo stesso obiettivo. Tante energie sprecate, tempo perso, impegno buttato per farsi la guerra a vicenda quando il “nemico” è un altro e lo sanno tutti. Ma l’uomo è caduco, e spesso la vanità, l’ambizione, la voglia di emergere è superiore ad ogni buona volontà. Lo sanno bene quelli che hanno tessuto questa trama ignobile ma quasi perfetta che punta alla desertificazione delle zone montane del centro Italia, lo sanno bene e ci fanno un grande affidamento.
Loro sponsorizzano i terremotati buoni, quelli del vattuttobene che, furbescamente, sono passati al vamaluccio mamiaccontento. Quelli del post commovente, del dare voce ai terremotati ma mai quando si lamentano, quelli che bisogna rabboccarsi le maniche anziché lamentarsi, quelli delle SAE che ci si sta bene, quelli del ma che va cercando questo che manco è terremotato. Quelli non litigano con nessuno, vanno d’accordo con tutti (con me no, sono stato bannato da alcuni gruppi di questo tipo, penso tra i pochi), non partecipano a niente ma non ostacolano niente, però seminano discretamente zizzania. E la zizzania, si sa, cresce bene dappertutto. Gli altri si azzuffano tra loro. E qualcuno, ai piani alti, si frega le mani e si complimenta con se stesso.

Luca Craia