sabato 7 aprile 2018

Ancora un centro commerciale a Piediripa: l’assurda distruzione di città e commercio benedetta dalla politica.



È talmente privo di senso il progetto di un nuovo centro commerciale di ben 13.000 metri quadrati, praticamente attaccato ad altri due e a pochi chilometri da quel mostro del Cuore Adriatico, che si stenta a credere che qualcuno lo stia davvero proponendo. Invece il progetto c’è, è sul tavolo del Comune di Macerata e credo proprio che abbia buone probabilità di essere approvato. Sì, certo, l’iter è complesso, c’è bisogno della VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), ma quella, Ancona, l’ha data a cani e porci, nel vero senso della parola (ricordiamo la porcilaia di Torre San Patrizio), ci sono un sacco di timbri e firme da mettere, ma se davvero la Regione Marche volesse evitare il continuo nascere di queste mostruosità, avrebbe dovuto già approvare un regolamento regionale che ne regolamentasse la diffusione. Invece la normativa non c’è, e quindi c’è poco da fare.
Il centro commerciale è il cancro che sta uccidendo le nostre città: ammazza il commercio tradizionale, costringe i piccoli negozi a chiudere impoverendo i centri urbani, li svuota da attività e pubblico, rendendoli preda del degrado e della delinquenza, si sostituisce a ogni forma di socialità imbambolando la gente con sistemi avanzati di marketing e tecniche di vendita estreme. E forse è proprio questo il motivo per cui la politica avalla la nascita e il proliferare di queste ignominie: la volontà di massificare il pensiero e di controllarlo. In questo, il centro commerciale, è uno strumento formidabile.
Lascia anche interdetti il conto economico: può essere remunerativo, a livello sociale, un investimento enorme come quello che presumibilmente si richiede per questo progetto, mettendosi in concorrenza con altre realtà consolidate e brevissima distanza? Quanto costa? Quanto rende? È tutto così chiaro e limpido?
L’Italia in generale e le nostre Marche in particolare potrebbero vivere di turismo e dovrebbero investire in questo comparto, producendo il massimo sforzo per tutelare i beni culturali e ambientali. È su questo che ripongo qualche speranza di diniego a questo ennesimo scellerato progetto: l’area in cui dovrebbe sorgere è di rilevante interesse archeologico, è fondamentale a livello ambientale e strategica a livello turistico data la presenza della chiesa di San Claudio al Chienti. Metterci in mezzo un enorme scatolone di cemento armato sarebbe davvero un’idiozia. Ma, purtroppo, soltanto una delle tante.

Luca Craia