giovedì 15 marzo 2018

Rilancio imprenditoriale post terremoto. In arrivo 30 milioni per le Marche. Speriamo non finiscano a Pesaro.



Con la circolare per il rilancio imprenditoriale delle aree del cratere sismico pubblicata ieri dal MISE, arrivano nelle Marche 29.700.000 Euro destinati alle aziende che hanno subito gravi danni economici a causa del terremoto di oltre un anno e mezzo fa. Arrivano tardi, quando ormai molte imprese hanno già chiuso i battenti, ma possono rappresentare un’importante boccata di ossigeno, oltre che uno stimolo ad andare avanti, per aziende di vari settori come “manifatturiero, servizi, turismo, commercio e telecomunicazioni, oltre a diversi segmenti del comparto ambientale”, secondo quando comunicato dalla Regione. “L’obiettivo” dice l’assessore Bora “è quello di rafforzare il tessuto produttivo locale e di attrarre nuovi investimenti”.
I contributi verranno erogati a progetti di investimento diretti a realizzare investimenti produttivi e per la tutela ambientale, mantenendo o incrementando il livello occupazionale esistente nel momento della presentazione della domanda. L’investimento minimo finanziabile non può essere inferiore a 1.500.000 Euro.
È una buona opportunità per l’economia marchigiana colpita dal sisma, ma esiste il rischio che questi soldi non finiscano esattamente dove dovrebbero finire. In effetti è da lungo tempo che le zone a nord delle Marche, in particolare la provincia di Pesaro che, tra l’altro, esprime l’attuale Presidente, lamenta fantomatiche ripercussioni negative legate all’evento tellurico, evidentemente preparando il terreno per ricevere aiuti e contributi.
Nel comunicato stampa della Regione, peraltro, non si parla di requisiti territoriali specifici, il che fa temere che parte di questi fondi possano finire non direttamente nelle province colpite ma che possano essere distribuiti a pioggia con i soliti criteri poco chiari. Sarebbe quindi opportuno che l’assessore Bora e, soprattutto, l’assessore Sciapichetti, espressione territoriale del Maceratese, garantiscano che questi aiuti finiscano solo ed esclusivamente alle imprese del cratere. Sarebbe anche opportuno che le associazioni di categoria del territorio pretendano questa garanzia. Attendiamo fiduciosi la precisazione.

Luca Craia