martedì 13 marzo 2018

Furto di carne a Montegranaro. Va tutto bene. Dove è finito il paese delle porte aperte?



Mentre si susseguono notizie inerenti a furti in appartamenti, che coronano una situazione fatta di piccole violenze quotidiane, zone più o meno franche per piccoli delinquenti, spaccio diffuso e chi più ne ha più ne metta, e mentre il Sindaco di Montegranaro continua a fare riferimento a dati ufficiali che parlano di reati in calo, mi arriva notizia di un fatto di cronaca capitato la scorsa settimana: pare che dei malviventi si siano introdotti, durante il fine settimana, all’interno di una nota macelleria portandosi via un ingente bottino di carni. Credo che possiamo legittimamente pensare che rubare carne non sia una cosa usuale, il che apre qualche riflessione sul momento che stiamo vivendo.
Montegranaro, lo abbiamo detto e ripetuto, era, fino a poco tempo fa, un paese che definire tranquillo era una minimizzazione; un paese in cui ci si conosceva tutti, ci si fidava l’un l’altro, si lasciavano le chiavi sulle porte. Era un paese in cui lasciavi la macchina aperta e potevi mandare in giro i bambini senza timore che facessero brutti incontri. In pochi anni siamo arrivati al punto che avvengono fatti incredibili, come il furto di profumi di qualche tempo fa, oppure carne, come in questo caso. Ma non solo: ci sono continui furti in appartamenti, truffe agli anziani, raggiri. Non si può mandare in giro i bambini con tranquillità perché ci sono zone del paese che sono pericolose. Le donne non sono tranquille, specie quando cala l’oscurità. Ci sono zone del paese in cui una donna è meglio che non parcheggi.
Se tutto questo non emerge dai dati ufficiali della Prefettura, io credo che il problema sia della Prefettura. Ed è un problema che, però, si riflette sulla qualità della vita dei cittadini e, soprattutto, sulle misure contro la criminalità che, cullandosi su dati che sembrano tranquillizzanti, non vengono prese.
In quanto alla politica, chiederei ai vari esponenti dei movimenti, partiti e liste civiche, di riflettere sulla trasformazione subita dal nostro paese e su cosa ha portato a tutto questo. Auspico che si possa aprire un dibattito e che sia un dibattito scevro da pregiudizi e impostazioni ideologiche. Io vorrei tornare a quella Montegranaro, che poi era quell’Italia, in cui si lasciava la porta aperta senza preoccupazioni. Per farlo, eprò, dobbiamo capire dove sta il problema e come possiamo risolverlo. Con le posizioni arroccate e i dogmi politici non andiamo da nessuna parte.

Luca Craia