giovedì 8 marzo 2018

C’è bisogno di sinistra ma la sinistra non c’è più

Dei tanti dati che possiamo estrapolare dall’ultima tornata elettorale ne scaturisce uno che pare non venga notato più di tanto ma che credo sia importante analizzare: in Italia la sinistra non c’è più. Posto che il PD sia mai stato di sinistra dopo aver sepolto sotto il renzismo, diretto discendente del berlusconismo, quel che restava del compianto e glorioso PCI, la devastazione che le elezioni hanno prodotto all’interno dell’orami ex partito di governo è ignominiosa. A parte le spacconate da discolo cattivo (e anche un po’ stupido) di Matteo Renzi, rimangono briciole di un partito in autodistruzione, evidenti nel nuovo silenzio dei leader e della base, specie sui social, dove si respira un clima da sconfitta calcistica con goleada, fatta eccezione da qualche ancor più triste grido di rabbia proveniente da qualche esponente che vorrebbe menar le mani a chiunque non sia del PD e, forse, anche con qualcuno del PD. Fatto sta che, se la sinistra era questa, ora ne è rimasta si e no l’ombra.
Ma c’era un’altra sinistra che stava cercando di risalire la china nella quale era stata gettata dal pantagruelico PD e lo stava facendo goffamente mostrando muscoli e slogan antichi. Una sinistra che approfittava di fatti brutti di cronaca che lanciare crociate contro fantomatici fascisti e contro questi fascisti ha allestito roghi non solo figurati, picchiando, rompendo, lanciando bombe artigianali, bevendo molto e gridando epiteti vergognosi alle forze dell’ordine. Ma anche si fossero limitate alle stantie canzonette tipo bellacciao e hastalavictoriasiempre, poche speranze di resurrezione avrebbero avuto. E gli elettori lo hanno detto chiaramente: siete vecchi, stantii, superati, sganciati dalla realtà. Quella sinistra è arrivata alle elezioni che già si era suicidata, tra slogan e manifestazioni assurde. Ne è rimasto solo il non sottovalutabile pericolo eversivo.
Il problema, però, è che una sinistra serve. Serve una forza politica che si occupi seriamente delle classi più deboli ma che lo faccia senza gli stereotipi superati e dannosi, senza le vecchie trite ideologie che andavano bene quarant’anni fa ma oggi ci parlano di un mondo che non esiste più. Serve una sinistra cosciente dei problemi reali del Paese e di quelli che le classi medio-basse devono affrontare quotidianamente per sopravvivere. Serve una sinistra che non viva in villetta, lontano dal mondo, senza ascoltare i suoni della lotta giornaliera che la gente conduce per vivere. Questa sinistra non c’è, non c’è ormai da un po’ di tempo, e al momento non sembra sia previsto che arrivi. Per il momento, per quanto paradossale, la sinistra la sta facendo la destra. Siamo un curioso Paese.  

Luca Craia