domenica 25 marzo 2018

Castelsantangelo, si festeggia la rassegnazione

Mi hanno molto rattristato le notizie e le immagini provenienti da Castelsantangelo Sul Nera dove, ieri, hanno consegnato le famigerate SAE a tutti gli aventi diritto. Bella cosa, per carità, e ovviamente sono felicissimo per gli amici di Castello che finalmente sono tornati a casa e ora possono provare a ricostruire la loro comunità. Ciò che mi rende triste è  la festa.
Trovo fuori luogo le celebrazioni, il Sindaco sorridente, le autorità, il brindisi per esaltare quello che non è altro che la soddisfazione di un diritto. Una soddisfazione estremamente tardiva, colpevolmente tardiva, eppure non c'è traccia di protesta, di recriminazione, di indignazione. Sarebbe legittimo, anzi, sarebbe logico aspettarsi tutt'altro che una festa. 
Ma ha vinto la rassegnazione. In  questa sortea  di sindrome di Stoccolma, i terremotati sono gli ostaggi dello Stato, uno Stato che li ha sbattuti in giro come pacchi, li ha vessati e seviziati nel loro essere più intimo e ora elargisce magnanimamente un capanno, tra l'altro costosissimo, dove presumibilmente andrà a svolgersi gran parte del loro futuro. 
Sono contenti, i terremotati. Certo, la loro condizione in questo modo migliora. Ma quanti diritti calpestati? E quando si potrà tornare alla normalità? La normalità è un diritto, e questa non è normalità.  Ma si festeggia, perché così era programmato, nel compiacimento di chi ha progettato questa situazione è della solita informazione compiacente.

Luca Craia 
(Foto da easynewsweb)