martedì 2 gennaio 2018

Presepe: numeri ottimi ma attenzione a non farsi utilizzare.



L’analisi che leggo in questi giorni circa i risultati in fatto di pubblico dell’edizione 2017 del Presepe Vivente di Montegranaro non mi trova d’accordo. Si parla di numeri deludenti, di un calo di presenze, traspare una certa malcelata insoddisfazione. Io credo invece che il risultato sia stato ottimo, per due motivi: primo, perché un anno di fermo si paga ed era impensabile ripetere il successo del 2015 dopo lo stop dovuto al terremoto. Tante cose sono cambiate, è passato del tempo e la scia di popolarità ottenuta con l’eccellente ultimo risultato si è purtroppo vanificata semplicemente col tempo scorso.
Poi c’è da considerare il calendario, davvero infausto ma anche privo di alternative. La scelta delle date era obbligata anche se è parso subito chiaro che non erano perfette, ma soltanto le uniche utilizzabili, viste le prerogative dell’organizzazione di un evento con queste caratteristiche, che può svolgersi soltanto in due giorni consecutivi datol’ingombro pressochè totale dell’area occupata. Quindi aver ottenuto oltre 4000 presenze, con una prima giornata quasi inutilizzabile che eppure che ha visto una buona partecipazione, è un segnale più che positivo.
Del resto l’obiettivo principale del progetto “presepe vivente”, più che fare grandi numeri, è quello di unire e fortificare la comunità cittadina, e in questo mi pare il risultato sia stato centrato anche quest’anno. Centinaia di persone all’opera all’unisono non sono cosa da sottovalutare e su questo obiettivo bisogna tenere la barra dritta e andare avanti a ogni costo. Il Presepe Vivente rappresenta forse l’unica occasione, al momento, in cui Montegranaro fa davvero fronte comune e questo beneficio per il paese non va sprecato alla ricerca di successi che sì, sono importanti, ma passano comunque in secondo piano.
Francamente l’ecumenismo a ogni costo non mi ha mai dato grande fiducia, così come non vedo con grande fiducia il continuo allargarsi del gruppo operativo dell’Ente Presepe. Intendiamoci, come si dice, più siamo meglio stiamo, ma bisogna fare attenzione che questa esperienza non diventi veicolo per secondi fini, che siano politici o di immagine. Va riconosciuto al Presidente Mauro Lucentini il merito di aver evitato la politicizzazione dell’evento nonostante egli stesso sia attivissimo politicamente e che il comportamento del mondo politico, in passato, molto si è prestato a una visione partitica della cosa.
Ma il Presepe, fino a oggi, è rimasto patrimonio della città senza connotazione alcuna e così deve rimanere. Per questo bisogna fare molta attenzione ai nuovi innesti, specie quelli provenienti da aree ben identificabili con l’Amministrazione Comunale, quella stessa amministrazione comunale che, nel 2015, osteggiò la realizzazione dell’evento in tutti i modi a sua disposizione fino a sfondare il limite del ridicolo.
La presenza di elementi della stessa all’interno dell’organizzazione va vista con cautela, perché si rischia che l’obiettivo non sia lo stesso dell’Ente Presepe e che si veda, finalmente con un briciolo di lungimiranza, una grande potenzialità nello stesso che, però, potrebbe essere sfruttata politicamente. Del resto l’Amministrazione Mancini ha cercato in tutti i modi in interferire e controllare, non riuscendovi, il mondo dell’associazionismo. Che questa non sia la porta sul retro per attuare questo insano progetto. Quindi attenzione.

Luca Craia

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