Il terremoto ha fatto danni non soltanto facendo crollare interi
paesi, ha anche ridotto al lumicino il turismo delle Marche del sud, in
particolare quello culturale che, subito dopo le scosse dell’agosto 2016, ha
subito una frenata brusca e duratura. La causa è facile da comprendere: gran
parte dei siti di interesse storico e artistico sono diventati irraggiungibili,
sia perché inagibili sia perché chiusi a scopo precauzionale. Mancando le tappe
principali, ovviamente anche le secondarie, ancorché aperte e fruibili, hanno
visto un calo drastico delle visite. È il caso di Montegranaro.
Montegranaro non ha una vocazione turistica, è inutile nasconderselo. I
beni culturali montegranaresi sono pochi, per lo più nascosto o chiusi, e il
terremoto li ha resi quasi tutti non fruibili. Pensiamo a San Serafino o a San
Francesco, chiuse da un anno. Sant’Ugo, preziosissima e sicuramente molto
appetibile per un turismo culturalmente elevato, è comunque una meta singola
che, se scissa da altre tappe che potrebbero essere combinate per un itinerario
in zona, diventa poco conveniente per quanto interessante.
Arkeo, pur nell’evidente flessione nel numero di visitatori,
letteralmente crollato negli ultimi dodici mesi, ha continuato a mantenere l’impegno
delle aperture mensili dell’ecclesia, nonostante anche quel po’ di confusione
generata dalle interferenze sulle iniziative turistiche di altre associazioni
meno attrezzate e dello stesso Comune che, invece di collaborare, ha sempre
ostacolato il nostro operato. È stato piuttosto deprimente, perché eravamo
abituati a riempire Sant’Ugo ogni domenica e ci siamo improvvisamente trovati
con pochissimi visitatori per ogni apertura. Ma abbiamo resistito.
Da un paio di aperture stiamo registrando un nuovo incremento di visitatori.
In particolare ieri c’è stato un flusso costante di persone, venute soprattutto
da lontano, che, pur non essendo ancora ai livelli del periodo antecedente il
terremoto, fanno ben sperare per il futuro. La promozione attuata da Arkeo in
questi anni continua a funzionare: la gente viene perché frequenta i nostri
canali di informazione sul web ma anche per aver conosciuto il sito dalle
pubblicazioni nelle quali è presente grazie al nostro lavoro e al nostro
impegno, e questo è molto gratificante.
Sono tanti i visitatori che arrivano con la guida Le Marche in Tasca
di Claudio Ciabochi e diversi stranieri vengono incuriositi dalla Blue Guide di
Ellen Grady, la maggior parte si informano sul sito della Chiesa di Sant’Ugo (http://criptasantugo.altervista.org/)
da noi creato e gestito o tramite le nostre pagine Facebook Visit Montegranaro e Chiesa di Sant’Ugo.
È un lavoro certosino, capillare, che ci sta tornando a dare nuove
soddisfazioni. Ora abbiamo anche dei nuovi volontari a darci una mano e questo
ci sprona a impegnarci sempre di più per promuovere il turismo culturale a Montegranaro
e per valorizzare i nostri beni che sono preziosissimi e meritevoli della
massima attenzione.
Luca Craia
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