E così possiamo archiviare
anche questa storiella di paese, una delle tante da raccontare ai nipoti
davanti al caminetto digitale quando saremo vecchi e rincitrulliti. E
racconteremo di quando a Montegranaro venne Renzi, il Presidente del Consiglio
non in carica ma al comando dell’Italia, il segretario del PCUS… ops… del PD
(da anziani si fa confusione, sapete), l’uomo più importante d’Italia.
Venne a Montegranaro con
macchinone e ad attenderlo c’erano i fans, i tifosi, il Sindaco, la Giunta e
qualche temerario contestatore (una decina, dicono). Io racconterò quanto mi è
stato raccontato, perché, per mia fortuna, io un lavoro ce l’ho e invece di
godermi lo spettacolo circense, in quel momento topico ero a guadagnarmi la
pagnotta. Ma ci sono le cronache ufficiali e mi rifaccio a quelle.
Renzi, questo personaggio
mitologico a metà tra Mussolini e Mr. Bean, venne a Montegranaro invitato da
Righetto Ciccola, il presidente dei calzaturieri fermani, per mettersi d’accordo
sul Made in Italy. Non è una cosa da poco e qualcuno sperava di portarsi a casa
una promessa, per quanto tutti sapessero che le promesse di Renzi valevano come
l’oro di Bologna e anche meno. Ma Renzi ci tolse d’impaccio e disse chiaro e
tondo: non sono qui per fare promesse. Qualcuno rispose: “meno male”,
ricordandosi del “non vi lasceremo soli" detto ai terremotati.
Però Renzi non deluse chi
aspettava la sua splendida interpretazione dello statista: attaccò la tiritera
del “dobbiamo essere uniti” e del “in Europa vanno tutti uniti tranne noi” e
piripiì e perepè, Scrosci di applausi. Applaudì pure il Sindaco, andata per
consegnare il resoconto di un Consiglio Comunale sulla crisi del calzatueriero
dell’anno prima e che aveva gelosamente custodito nel cassetto. Applaudì anche
il Senatore Verducci, che a quel Consiglio Comunale disse che la colpa della
crisi era degli scarpari ignoranti e che non c’era nulla da fare, salvo poi
portare il proprio capo da uno scarparo a fare la scenetta.
Insomma, una di quelle
storielle da annali paesani, dove non succede niente e niente succederà nei
giorni, mesi e anni a venire ma la scena è tanta e se ne parlerà sui giornali, sui telegiornali e sui futuri libri di storia locale. Qualcuno forse racconterà anche di come
la gente, arrabbiata sui social e pronta a tirare di tutto a Renzi, dalle uova
ai sassi dell’aiuola nuova nuova di Santa Maria, alla fine preferì non tirare
altro che qualche sommesso accidente, stando bene attenti a non farsi sentire
dal Sindaco e dal suo codazzo.
Un pezzetto di storia di Montegranaro che non cambierà la storia
ma che potremo raccontare ai nipoti, magari partendo da quando a Montegranro si
facevano le scarpe a mezzo mondo, ricordi lontani, quasi incredibili, ai quali Renzi, in definitiva, venne a porre fine.
Luca Craia
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