martedì 26 settembre 2017

Forse San Serafino gradirebbe più sobrietà e solidarietà



Non mi metto certo a sindacare sulla proposta contenuta nel programma per i festeggiamenti del Santo Patrono di Montegranaro: i miei gusti sono opinabili come quelli di chiunque altro. Però mi pare un po’ stridente la tradizionale opulenza della festa inserita, quest’anno, in un contesto molto diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. Montegranaro, anche se qualcuno cerca di non darlo a vedere, va a capire perché, ha un bel po’ di problemi. Sono problemi seri, legati al terremoto dello scorso anno e in gran parte ancora non risolti. Festeggiare si deve, per carità, ma forse serviva più sobrietà, forse sarebbe stato apprezzabile pensare a qualcosa di solidale.
La chiesa di San Serafino sarà riaperta per i festeggiamenti. Ho i miei dubbi sulla qualità dell’intervento e sulla reale sicurezza dell’edificio sacro, ma me li tengo, tanto per fare la cassandra c’è stato tempo e ce ne sarà. Ma San Francesco è ancora chiusa. L’oratorio è ancora chiuso, unico luogo utilizzabile per riunioni e convegni in centro. E non pare sia per adesso che si possano riaprire. Servono soldi. Non si potevano utilizzare quelli, per esempio, dei fuochi artificiali? Non si poteva organizzare qualcosa per raccogliere fondi in maniera seria? I soldi che i cittadini di Montegranaro versano massicciamente ogni anno per finanziare la festa, non potevano essere parzialmente utilizzati per aiutare Montegranaro a tornare alla sua normalità?
Prendetelo come un suggerimento, per carità. Non vado certo a sindacare sulle scelte del Comitato Festeggiamenti. Però credo che si sarebbe potuto pensare a qualcosa di più importante per la comunità, magari rinunciando a qualcosa. La gente, alla fine, avrebbe capito, ne sono certo.

Luca Craia

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