Non mi metto certo a sindacare sulla proposta contenuta nel programma
per i festeggiamenti del Santo Patrono di Montegranaro: i miei gusti sono opinabili
come quelli di chiunque altro. Però mi pare un po’ stridente la tradizionale
opulenza della festa inserita, quest’anno, in un contesto molto diverso
rispetto a quello a cui siamo abituati. Montegranaro, anche se qualcuno cerca
di non darlo a vedere, va a capire perché, ha un bel po’ di problemi. Sono
problemi seri, legati al terremoto dello scorso anno e in gran parte ancora non
risolti. Festeggiare si deve, per carità, ma forse serviva più sobrietà, forse
sarebbe stato apprezzabile pensare a qualcosa di solidale.
La chiesa di San Serafino sarà riaperta per i festeggiamenti. Ho i
miei dubbi sulla qualità dell’intervento e sulla reale sicurezza dell’edificio
sacro, ma me li tengo, tanto per fare la cassandra c’è stato tempo e ce ne
sarà. Ma San Francesco è ancora chiusa. L’oratorio è ancora chiuso, unico luogo
utilizzabile per riunioni e convegni in centro. E non pare sia per adesso che
si possano riaprire. Servono soldi. Non si potevano utilizzare quelli, per
esempio, dei fuochi artificiali? Non si poteva organizzare qualcosa per
raccogliere fondi in maniera seria? I soldi che i cittadini di Montegranaro
versano massicciamente ogni anno per finanziare la festa, non potevano essere
parzialmente utilizzati per aiutare Montegranaro a tornare alla sua normalità?
Prendetelo come un suggerimento, per carità. Non vado certo a
sindacare sulle scelte del Comitato Festeggiamenti. Però credo che si sarebbe
potuto pensare a qualcosa di più importante per la comunità, magari rinunciando
a qualcosa. La gente, alla fine, avrebbe capito, ne sono certo.
Luca Craia
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