Una civiltà che si difende chiudendosi dentro, trincerandosi dietro
barriere di cemento, è una civiltà che non è capace di difendersi, una civiltà
che è giunta alla fine. Il terrorismo ha già vinto, se la nostra unica difesa è
mettere degli spartitraffico davanti alle nostre piazze, ai nostri monumenti,
ai nostri luoghi di aggregazione, incontro, svago. Siamo finiti se la nostra
unica difesa è dispiegare l’esercito intorno ai cittadini aspettando che scatti
l’attacco nemico che, se scatterà, lo farà comunque in maniera efficace perché inaspettato
e incontrollabile.
Ma siamo finiti anche e soprattutto perché siamo prigionieri delle
nostre costruzioni mentali, dei nostri assiomi ideologici, dei nostri dogmi
politici, dei nostri dictat morali. Se non siamo capaci di riconoscere il fatto
che è in atto uno scontro tra civiltà, se rifiutiamo questa evidenza solo perché
pensare diversamente sarebbe un tradimento verso i nostri principi, non abbiamo
speranza.
E lo scontro tra civiltà è in atto, quandanche fossero vere le teorie
complottiste che vorrebbero chissà quale disegno dietro il terrorismo islamico.
Il terrorismo rimarrebbe comunque islamico perché compiuto da islamici in nome
del loro dio, siano essi senzienti o manovrati da chissà quale entità. La
cultura islamica ha evidentemente in sé la predisposizione all’odio verso chi
non ha la stessa fede, è terreno fertile per integralismi diretti alla violenza
e alla morte. Sono tutti islamici, gli attentatori, questo fatto non può essere
contestato, sia che dietro ci siano oscure potenze sia che agiscano
autonomamente. Così come è incontrovertibile il fatto che ci sia grande
sostegno da parte della popolazione islamica, specie di quella emigrata in
occidente.
C’è un pericolo grave in atto e non lo risolviamo certo con le
barriere di cemento e con i discorsi sull’accoglienza e sull’apertura. Bisogna,
invece, prendere atto dell’enorme rischio a cui ci espone l’accoglienza
indiscriminata. Va assolutamente rivisto il nostro concetto di apertura verso
culture esterne, per il semplice fatto che questo ci espone a pericoli enormi e
nessun convincimento morale può valere la vita di una persona.
Luca Craia
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