Confesso: sono arrabbiato e quando sono arrabbiato sarebbe molto
meglio che io non scriva. Ma scrivo lo stesso. Ho appena letto il racconto di
quanto accaduto e sono senza parole, anzi, di parole ne avrei anche tante ma
faccio fatica a metterle insieme. Ci provo: se due cittadini vanno ad assistere
a una seduta del Consiglio Regionale, rispettando regole e ruoli, questi
cittadini meritano l’assoluto rispetto delle Istituzioni perché quelle
Istituzioni agiscono in loro rappresentanza, sono emanazione dei cittadini, del
Popolo. Se poi questi cittadini sono gente che soffre per il terremoto e per l’incapacità
fin qui manifestata dalle stesse Istituzioni, allora non basta il rispetto, occorrerebbero
prima le scuse e poi, semmai, ci si parla.
Cos’è successo? È successo che due cittadine italiane, una delle quali,
Maria Luisa Fiori, ha perso la prima
casa, tutto ciò che possedeva, a causa del terremoto, e l’altra, Eleonora
Tiliacos, è la sorella di una persona che ha perso i propri beni e un pezzo di cuore in quella casa
che rappresentava i propri ricordi, si sono recate ad assistere alla seduta del
Consiglio Regionale delle Marche dell’1 agosto scorso, che discuteva della
legge sulla semplificazione delle procedure per il terremoto. Durante la
seduta, l’opposizione, in particolare i Consiglieri Sandro Bisonni e Giuseppe
Giorgini, facevano notare che la modifica alla legge era stata portata in
discussione dopo soli sei giorni dalla proposta, senza dare tempo sufficiente
ai Consiglieri di prenderne accurata visione e proporre eventuali migliorie. La
risposta della Vice-Presidente della Regione Marche, Anna Casini, è stata che
la proposta era stata inviata a tutti i comitati dei terremotati che avevano dato
parere favorevole. Giorgini, che sapeva della presenza delle due signore, anche
loro facenti parte di Comitati di terremotati, ha replicato indicandone la
presenza tra il pubblico e sottolineando che le due donne erano ignare di
questa proposta, smentendo la vicepresidente sul fatto dell’informazione ai
terremotati. La Casini non deve aver gradito e ha chiesto, indicando la signora
Tiliacos tra il pubblico, se fosse residente. Ovviamente, sapendo che il
pubblico non può intervenire nel corso di una seduta del Consiglio Regionale,
Eleonora non ha risposto, ma già il tono del Vicepresidente della Regione e il
modus operandi così irrituale, sarebbe a mio parere censurabile.
Non paga, la Casini ha incontrato le due signore all’uscita e si è
loro avvicinata ripetendo la domanda alla Tiliacos, che ha risposto di non
essere residente ma che la Fiori, invece,
fosse residente eccome. Maria Luisa ha spiegato alla signora Casini di essere “nata,
cresciuta e pasciuta nel Principato di Arquata, quello che voi avete un po’
dimenticato”. La Casini ha incalzato, dimostrando di non avere la minima idea
di quello di cui stava parlando: “in che senso dimenticati?” Al che la Fiori ha
replicato: “non ha visto come siamo messi, a un anno dal terremoto?”. A questo
punto la Vicepresidente della Regione Marche ha perso le staffe e se ne è
andata gridando, rivolta Giorgini: “questa gente tenetevela voi!” E poi alla
sorveglianza: “allontanate questa gentaccia”.
Io non credo che ci sia molto da commentare. Credo sia solo giusto che
la conoscenza di questo episodio venga divulgata il più possibile perché, se le cose sono andate così e non ho ragione di dubitarne,nella
sua estrema gravità, umana e istituzionale, esso indica esattamente lo stato dell’arte
della politica marchigiana riguardo al terremoto. C’è questa distanza abissale
tra il Paese reale, il reale bisogno della gente, e quello che chi ci
amministra ha in mente che è inspiegabile volendolo mantenere nell’ambito della
buona fede.
Un cittadino italiano che si avvicina rispettosamente alle Istituzioni
che lo rappresentano, oltretutto in maniera del tutto rispettosa, non può
essere trattato in questo modo, e di questo la signora Anna Casini dovrà
rendere conto. Ma c’è un altro significato ancor più grave: le Istituzioni non
sanno e non vogliono sapere, non hanno e non voglio contatti con la realtà. Le
Istituzioni regionali delle Marche hanno un disegno che non può essere
confrontato con le reali necessità, non può essere confutato dai destinatari
dei provvedimenti, non può essere messo in discussioni.
Le scuse della signora Casini sarebbero doverose ma non sufficienti.
Nemmeno le sue dimissioni, per quanto anch’esse doverose e auspicabili, non
basterebbero a sanare la ferita che il suo comportamento ha aperto. Perché qui
si tratta di aver tagliato in maniera netta e decisa l’ultimo legame di fiducia
che poteva resistere tra Popolazione e Istituzioni. Qui siamo di fronte a un
comportamento medievale, lontano anni luce dalla democrazia, dal rispetto, dal
buon senso. La signora Casini, col suo comportamento inqualificabile, ha stabilito
inequivocabilmente quale sia il rapporto tra la Regione Marche e il Popolo
marchigiano. E questa situazione non si sana, neanche con eventuali dimissioni
che, comunque, siamo certi mai arriveranno, come le scuse, del resto.
IN AGGIORNAMENTO LA REPLICA DELLA CASINI CHE POTETE LEGGERE QUI
Luca Craia
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