giovedì 31 agosto 2017

ELENA LEONARDI: IL PD E' LATITANTE DA ANNI SULLA VICENDA DELL'HOTEL HOUSE - FRATELLI D'ITALIA: MONTALI SCRIVE INESATTEZZE E HA LA MEMORIA MOLTO CORTA



Comunicato stampa del gruppo FDI al Consiglio Regionale Marche.

Sulle esternazioni dal segretario del Pd di Porto Recanati Massimo Montali interviene il consigliere regionale di Fratelli d'Italia – A.N., Elena Leonardi.
"Montali deve documentarsi meglio: afferma che sono stata assessore alla sicurezza per 10 anni, mentre la sottoscritta ha rivestito quella carica per poco più di due anni" – dichiara la Leonardi – "e proprio in quel periodo, grazie alla stipula del "Patto per Porto Recanati Sicura", si ebbero interventi e finanziamenti per garantire legalità e maggiori controlli all'Hotel House."
Il protocollo, stipulato tra il Ministero dell'Interno, la Prefettura, il Comune e la Regione portò, ricorda Leonardi, ad una serie di misure concrete aggiuntive relative alla sicurezza nel palazzone in oggetto, sia in termini di controlli con l'incremento di personale della locale Caserma dei Carabinieri, sia in termini di investimenti come l'impianto di videosorveglianza posto lungo le vie di accesso all'House. Avendo anche, la sottoscritta, la delega della Polizia Municipale feci in modo che si incrementassero le dotazioni umane e strumentali della Polizia Municipale del nostro Comune, in modo da aumentare anche la prevenzione di eventuali atti illeciti.
Invece di attribuirmi presunte responsabilità per la situazione in cui versa l'Hotel House – osserva la Capogruppo Regionale di Fratelli d'Italia - Montali dovrebbe riconoscere il fatto che gli esponenti del Pd, il senatore Morgoni e l'ex Ministro Kyenge, che oggi invocano un intervento urgente, fino ad ora non hanno mosso un dito per trovare soluzioni ad un'emergenza che è tale ormai da anni.
Ricordo allo "smemorato" Montali che già da assessore ai Lavori Pubblici e anche grazie alla donazione di un privato, mi attivai per la sistemazione di un locale sito al Piano Terra del grande condominio, per attrezzare uno spazio utile alla realizzazione di progetti di integrazione reali. Tramite i servizi sociali si ebbe così l'accesso a finanziamenti europei, con azioni che ebbero una immediata concretezza (quella che manca al partito di cui Montali è da poco segretario) come il doposcuola per i bambini del luogo, l'insegnamento della lingua italiana per le donne dell'Hotel House, la sistemazione del giardino dietro il palazzone per consentire ai bambini di giocare tranqulli, e così via. Tutti progetti per evitare l'emarginazione, ma noto che anche in questo caso Montali mostra assoluta mancanza di onestà intellettuale.
Montali non deve far finta di non sapere – conclude la Leonardi - che se si vogliono mettere insieme progetti più ampi rispetto ai poteri del Comune, per risolvere le problematiche dell'Hotel House, come da più parti invocato, il Pd, di cui oggi Montali è segretario, governa sia a livello nazionale che regionale e provinciale. Pertanto ci sarebbero già da anni le condizioni per l'auspicato intervento unitario, e non si venga ora a dire che la soluzione al problema è l'approvazione dello ius soli!


Il Sindaco si accorge che casca la cappellina. Dopo oltre un anno dal terremoto.



Dal 24 agosto del 2016 è passato più di un anno. Forse non è stata quella scossa, forse è stata quella di ottobre a spaccare la cappellina del civico cimitero di Montegranaro e a causare una “lesione inclinata passante sul muro portante”, fatto sta che solo oggi, 31 agosto dell'anno dopo, il Sindaco di Montegranaro, Ediana Mancini, ha pensato a emettere un’ordinanza contingibile e urgente (alla faccia dell’urgenza) per la chiusura e l’interdizione della stessa.
Eppure i danni erano seri e ben visibili fin da diversi mesi fa, la perizia parla anche di “lesioni diffuse e importanti sulla volta a padiglione e sopra la porta di ingresso e il taglio della muratura con distacco sul lato sinistro”, lesioni che non spuntano a distanza da mesi e all'improvviso. Una perizia effettuata dalla squadra inviata dal MIBCT composta dall’architetto Paolo Savio, dall’ingegner Paolo Ricciotti e da Nicoletta Perotti in qualità di assistente. Una squadra qualificata, quindi, che ha riscontrato quello che anche un profano aveva già capito da tempo: la cappellina del lato destro del cimitero è messa molto ma molto male.  
In verità c’erano da tempo le transenne ma, in mancanza di un’ordinanza specifica, a Montegranaro le cose vengono prese un po’ alla leggera, così come per lo stesso porticato antico dove, per quanto transennato, la gente ha continuato a passarci sotto tranquillamente. Ora, con questo provvedimento datato 31 agosto 2017, si cerca di mettere al sicuro i cittadini da potenziali pericoli. Meglio tardi che mai.

Luca Craia

Anche a Montegranaro donare gli organi sulla carta di identità si può. Una vittoria per l’AIDO



È stata una lunga battaglia di civiltà, quella condotta dall’AIDO montegranarese, e alla fine è stata vinta: ora è possibile indicare sulla propria carta di identità rilasciata dal Comune di Montegranaro la volontà di donare gli organi. Quindi ora i cittadini di Montegranaro, al rinnovo della carta di identità, potranno fare inserire sulla stessa questa loro scelta civile e generosa.
È bene ricordare che chiunque può donare i propri organi in caso di morte, ma questa volontà va espressa per iscritto. Ovviamente si può sempre cambiare idea e revocare il consenso. La donazione degli organi è un atto di grande civiltà e non comporta alcun rischio in quanto gli organi vengono prelevati soltanto quando venga accertata la morte celebrale del donatore.
Aderire all’AIDO è un modo più pratico ed efficace affinchè la propria volontà di donazione venga rispettata, ma è pur sempre possibile effettuare questa scelta in autonomia firmando, appunto, l’apposito modulo disponibile presso l’Ufficio Anagrafe del Comune.

Luca Craia