È paradossale, ma ormai ci stiamo abituando a proposito delle
decisioni regionali relative alla gestione del terremoto, quello che sta
accadendo alla scuola marchigiana, in particolar modo per quelle scuole oggetto
di provvedimenti speciali legati all’emergenza sisma. La denuncia parte da
Marzia Malaigia, vicepresidente del Consiglio Regionale che, in un comunicato
stampa di qualche giorno fa, illustrava una situazione grottesca che, non fosse
tragica, farebbe quasi ridere.
Cosa sta succedendo? In soldoni c’è un’enorme discrepanza da quanto
stabilito dal Ministero e quanto applicato dall’Ufficio Scolastico Regionale.
La circolare ministeriale del 15 maggio 2017 sancisce la possibilità,
per gli istituti nel cratere, di mantenere invariato il personale e di attivare
le classi anche se in carenza di alunni. Quindi, anche se una classe fosse
formata da, per esempio, cinque ragazzi, la classe verrebbe attivata lo stesso
in deroga alle normative vigenti.
Il
punto è che l’Ufficio Scolastico Regionale, invece, questa circolare sembra non
averla nemmeno vista, per cui sta sopprimendo le classi e spostando personale. È
già accaduto ad Ascoli Piceno e c’è rischio che, se non si recepiscono
definitivamente le direttive della circolare del Ministero, lo stesso capiti
per altre scuole. Immaginiamo, quindi, le nuove scuole in costruzione nell’Alto
Nera che potrebbero rimanere con un numero esiguo di insegnante, con un numero
insufficiente di classi o, addirittura, con soluzioni di multiclasse.
Sarebbe
un ulteriore aggravante nel ripopolamento delle zone colpite perché, per quanto
si installino le casette (cosa ancora non certa) e si costruiscano le scuole,
se non ci sono classi e insegnanti la gente non riporterebbe i figli a scuola
nelle zone di origine. La situazione degli insegnanti non sarebbe migliore, considerando
che loro stessi, in larghissima parte, sono terremotati e verrebbero
ulteriormente sballottati da una parte all’altra. La Malaigia auspica che “il
buon senso e l'interesse per le future generazioni e per il nostro territorio
prevalgano sulla farraginosa macchina burocratica” anche se, finora, abbiamo
assistito quasi sempre al contrario.
Luca Craia
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