sabato 8 luglio 2017

Promuovere il territorio. L’Associazione Santa Croce e l’impegno che premia.



Qualche anno fa, della Basilica Imperiale di Santa Croce al Chienti non ne sapeva nulla nessuno se non qualche appassionato e qualche storico, dell’arte o dell’architettura, veramente ferrato. L’Associazione Santa Croce, trascinata dalla passione e dalla competenza di Manfredo Longi e dei tanti volontari e associati, ha preso in mano questo bene che, ricordiamolo, era ridotto a un fienile, e l’ha portato all’attenzione delle cronache e delle istituzioni, contribuendo in maniera determinante a creare i presupposti per il restauro e promuovendolo in maniera forte ed efficace.
Un lavoro complesso, a volte ingrato, un lavoro polveroso in cui ci si sporca le mani e i piedi ma ci si pulisce l’anima. È dura fare promozione nella nostra zona: si sbatte contro l’ottusità delle istituzioni locali e l’invidia e la gelosia di chi vorrebbe fare ma non sa fare e di chi vorrebbe usare tutto questo per crearsi un po’ di visibilità. Lo sanno bene, quelli di Santa Croce, ci hanno sbattuto la faccia più di una volta ma sono sempre andati avanti, perché la passione è più forte di ogni altra cosa, anche dello scoramento che spesso viene e di quella voglia di mandare tutto e tutti a quel paese che, ogni tanto, ti fa abbassare le braccia. Ma solo per un po’.
Poi, però, ci sono le soddisfazioni, quelle che ti ripagano dei sacrifici e dei calci in bocca. Così capita che una rivista importante come Medioevo dedichi ben quattordici pagine alla Basilia Imperiale di Casette d’Ete. Il servizio era cosa nota, l’Associazione aveva partecipato alla realizzazione fornendo informazioni e materiale. Ma, comunque, l’interessamento e lo spazio in una pubblicazione di prestigio come Medioevo è una magnifica promozione e c’è motivo per essere soddisfatti. Poi è arrivato un’ulteriore riconoscimento: un nuovo servizio, intitolato “Perle dell’Italia Medievale” torni a parlare di Santa Croce, citando l’Associazione omonima.
Il lavoro che fanno i volontari del sodalizio elpidiense è encomiabile e non dovrebbero essergliele grati solo i loro concittadini ma tutto il Fermano. La promozione di un bene non va a beneficio del solo paese che lo ospita ma si riversa giocoforza su tutto il territorio perché il turista culturale, quando viene, poi gira, cerca ogni tesoro, ogni chicca. Ringrazio, quindi, gli amici dell’Associazione Santa Croce rimarcando, comunque, la necessità sempre più evidente di fare rete e creare un circuito che promuova il nostro immenso quanto semisconosciuto patrimonio, a beneficio di tutti.

Luca Craia

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